
Perché c’è odio nella vita di tutti i giorni. Anche a scuola, come racconta l’ultimo paragrafo del libro dove la storia è accaduta in Valdelsa. Poggibonsese, criminologo, psicoterapeuta, psicopatologo clinico e forense, docente universitario, Silvio Ciappi ha rilasciato al nostro giornale una intervista dove racconta come sia nato “Odio l’altra faccia del dolore” e quali ne siano gli intenti narrativi. Un libro che a poche settimane dall’uscita ha avuto un notevole riscontro e che a Poggibonsi può essere acquistato presso Disco Shop Mondadori.
Con “Odio l’altra faccia del dolore” (Giunti editore), prefazione di Philip Zambardo, professore emerito di Psicologia alla Stanford University della California, Silvio Ciappi ci conduce nei territori dell’odio e del male, ossia della paranoia, del risentimento, del senso di ingiustizia. Aspetti, questi, che fanno parte di ognuno di noi e che possono, da un momento all’altro e in determinate circostanze, trasformarsi in detonatori. Ognuno di noi può compiere azioni estremamente malvagie o estremamente buone, a seconda delle circostanze.
Considerato tra i principali studiosi della criminalità violenta, Ciappi ha svolto perizie sui più importanti casi di cronaca in Italia. Ha viaggiato e vissuto in molti Paesi e realtà violente. Si è occupato di vittimizzazione e trauma oltre che di prevenzione della criminalità per conto di organismi italiani e internazionali. Consulente della Commissione Europea. ha fatto parte della Commissione Ministeriale sulle vittime della criminalità e della Commissione Parlamentare di inchiesta sulla morte di David Rossi.

Sposato, tre figli, Ciappi è autore di libri, articoli, interviste e pubblicazioni scientifiche dedicate alla psicopatologia, alla criminologia e alla vittimologia, alcune delle quali tradotte internazionalmente.
Tra le domande del libro quella su come possono persone cosiddette “normali” trasformarsi, da un momento all’altro, in feroci aguzzini. E perché finiamo per odiare noi stessi e anche le persone che amiamo di più. Ma si domanda anche se si può sopravvivere al dolore insormontabile e all’odio.
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