Festa dell’Unità 2025: Colle celebra la politica, la cultura e la comunità
La Festa dell’Unità 2025 si prepara con un programma ricco e variegato che unisce riflessione politica, cultura popolare e intrattenimento. Dal 28 agosto al 14 settembre, il campino di Gracciano ospiterà diciassette giorni di eventi, concerti, dibattiti e convivialità, nel solco della tradizione democratica.
Tra gli ospiti di rilievo spiccano nomi come Nicola Zingaretti, Emiliano Fossi, Eugenio Giani, Diego Passoni e Giulio Cavalli. Un’intera giornata sarà dedicata al conflitto in corso a Gaza, mentre con la senatrice Cecilia D’Elia si affronterà il tema del femminicidio, partendo dal suo libro Chi ha paura delle donne?.
I volontari e le volontarie sono già al lavoro da giorni, per un lavoro che li impegnerà, tra preparazione, durata della festa e smontaggio, per almeno un mese e mezzo.
Proprio a loro va il ringraziamento di Enrico Galardi, segretario dell’Unione comunale del Pd colligiano.«La nostra manifestazione riesce solo grazie a decine di persone che si sacrificano volontariamente. Alla base c’è sicuramente un forte senso di comunità, creato anche dalla capacità di accoglienza che cerchiamo costantemente di migliorare. Il format della festa è sempre lo stesso, ma nonostante tutto, oltre ad accogliere nuovi volontari, siamo riusciti a proporre anche delle piccole novità, a partire dalla grafica del programma e dei manifesti».
«Quella di Colle - spiega Galardi - è un punto di riferimento anche per altre Unioni comunali. La nostra scelta, consapevole rispetto ad altre feste dell'Unità che si trasformano sempre più in sagre di paese, è quella di avere momenti di confronto e di riflessione profonda che si affiancano a momenti di leggerezza. Siamo militanti attivisti politici del Pd e quindi la festa ha un programma politico e culturale di livello rispetto a tutto il resto che è anche intrattenimento».
«La Festa dell’Unità - dice Francesco Cavalieri, responsabile della manifestazione - è uno specchio del nostro partito. È un momento aperto, di scambio, che accoglie e mette insieme persone di tutte le età e di diversa estrazione, anche di credo politico».
«Il partito a Colle - continua - si è rinnovato, sulla spinta di Riccardo Vannetti e di tanti nuovi ingressi, e si vede anche in questo programma, più fresco e vario. I 17 giorni di festa sono fondamentali, ma non dimentichiamo il grande impegno richiesto prima e dopo. I nostri volontari sono al lavoro dal 4 agosto».
Ecco perché «credo che ci siano pochissime realtà in grado di realizzare un evento di questo tipo» conclude Cavalieri. «Tra l’altro quest’anno ho ricevuto chiamate da diverse persone che si sono offerte di collaborare per la prima volta. Nel programma c’è di tutto, il ristorante, le zonzelle, l’area culturale, il ballo liscio, l’intrattenimento. Ce n’è veramente per tutti i gusti».
Quest’anno è Lucrezia Galasso la responsabile del programma politico culturale della Festa. «Ringrazio il gruppo con cui ho lavorato alla stesura di questo calendario, in particolare Riccardo Vannetti, grazie al quale possiamo ospitare Diego Passoni e Giulio Cavalli, con cui ci confronteremo sulle sfide del nostro tempo, ma anche Zingaretti e D’Elia. Con Cecilia D’Elia, senatrice e vice presidente della Commissione contro il femminicidio, discuteremo di questo argomento, partendo dal suo libro Chi ha paura delle donne?».
«Una giornata sarà dedicata al conflitto in corso a Gaza e al genocidio dei palestinesi. Festeggeremo poi i 60 anni della Piscina Olimpia. Riproporremo la cena per la raccolta di fondi per Campostaggia, che l’anno scorso ha riscosso tanto successo. Poi ci saranno altri politici, tra cui il segretario regionale Emiliano Fossi e il Governatore Eugenio Giani, che celebrerà con noi la chiusura della Festa, il 14 settembre. Nel programma musicale è compreso anche un concerto di Edoardo Migliorini, il giovane attivista che in questi giorni è stato bersaglio di gravi minacce».
Un programma di alto livello che potrebbe riservare ancora qualche sorpresa. «Vorrei ricordare che come Pd di Colle siamo rimasti tra i pochissimi che continuano a proporre momenti di riflessione e confronto importanti a livello politico e sociale, continuando lo spirito e la tradizione delle vecchie Feste dell’Unità», conclude Enrico Galardi. «È bene ribadirlo, perché non si pensi che la nostra Festa sia al pari di una qualunque sagra di paese».