Tradizionale o Igp, l'aceto balsamico di Modena è occasione per visitare il territorio
Un prodotto tipico di un territorio polo di attrazione alla pari di un monumento o di un museo. È il caso dell'Aceto Balsamico di Modena, tradizionale o Igp, che attrae ogni anno circa 200mila turisti. Il comparto dell’Aceto Balsamico di Modena, che vale oltre un miliardo di euro di fatturato al consumo ed occupa migliaia di posti di lavoro.
In occasione della XXIV edizione di Acetaie Aperte, al teatro Pavarotti e Freni è stato presentato il I Rapporto sul Turismo e gli Aceti Balsamici di Modena, commissionato dai due Consorzi di Tutela a Roberta Garibaldi, presidente, tra i molti incarichi, dell’Associazione Italiana Turismo Enogastronomico.
Lo dice il rapporto Il rapporto ha messo in evidenza le grandi potenzialità e le positive prospettive di sviluppo del settore legato al mondo degli Aceti Balsamici di Modena, riconosciuti come icone del «Made in Italy» agroalimentare che sempre di più rappresentano una nuova attrattiva proponendosi come ambasciatori del territorio e stimolando la scoperta dei luoghi e delle persone che ne custodiscono la tradizione.
«Una potenzialità che ci conforta nelle scelte fatte finora e conferma quella già misurata in crescita negli ultimi decenni con la manifestazione Acetaie Aperte, - ha dichiarato Cesare Mazzetti, presidente del Consorzio Tutela Aceto Balsamico di Modena -. La sinergia tra i produttori della Dop e della Igp si è rivelata un successo, e ha contribuito ad accrescere l’interesse dei turisti, che frequentano l’evento a migliaia, ma soprattutto ha creato crescita dell’incoming durante tutto l’arco dell’anno con circa 150-200 mila turisti che visitano le acetaie di cui circa l’80% stranieri».
L’indagine indica che 1 turista italiano su 10 ha già svolto un’esperienza turistica legata all’Aceto Balsamico di Modena nel corso di viaggi compiuti, ma ben il 62% dei viaggiatori italiani dichiara di essere interessato a prendere parte ad esperienze turistiche legate all’Aceto Balsamico, le più diffuse includono visite con degustazione in acetaia 32% e corsi di cucina 26%.
«Ciò dimostra che il potenziale di sviluppo turistico per il territorio dell’Aceto Balsamico di Modena è altissimo – ha commentato Roberta Garibaldi, docente all’Università di Bergamo e presidente di Aite-Associazione italiana turismo enogastronomico – e i Consorzi di tutela avranno un ruolo chiave come attivatore e aggregatore dell’offerta, favorendo il lavoro in rete e l’integrazione con le Dmo (Destination Management Organization) locali e con le guide turistiche e con le Dmo, in un’ottica di coordinamento e valorizzazione complessiva del territorio».
L'Aceto Balsamico Tradizionale di Modena Dop
Venduto esclusivamente nalla iconica bottiglietta da 100 ml disegnata da Giorgetto Giugiaro, l’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena Dop è un prodotto inimitabile, caratterizzato da un gusto e un profumo distintivo che è importante saper riconoscere.
L’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena Dop è frutto di antiche tradizioni e di un legame indissolubile con il territorio modenese. Ogni goccia racchiude in sé la passione, la dedizione e l’arte dei maestri acetai che, seguendo metodi secolari, trasformano il mosto di uve locali in un condimento straordinario. La sua produzione è rigorosamente circoscritta alla provincia di Modena, garantendo un’autenticità e una qualità senza compromessi
L’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP è disponibile in due inconfondibili tipologie: l’invecchiato almeno 12 anni e l’Extra Vecchio, di almeno 25 anni.
La tipologia Affinato almeno 12 anni si caratterizza per l’equilibrio tra acidità e dolcezza, con note leggere di legno e frutta matura. Il suo colore è un brillante bruno scuro, con una densità che promette una piacevole persistenza al palato. Ideale per insalate fresche, carpacci di carne, o come tocco finale su formaggi stagionati e frutta fresca, l’Affinato arricchisce ogni piatto con la sua eleganza sottile.
Extra Vecchio almeno 25 anni. È l’apice dell’intensità e della complessità. Questo elisir scuro come la notte si distingue per il suo bouquet ricco e avvolgente, dove emergono note profonde di legni pregiati, frutta secca e sfumature speziate. La sua densità è tale da rilasciare sul palato una sinfonia di sapori che persiste in modo indimenticabile. L’Extra Vecchio è perfetto per esaltare piatti di grande struttura come risotti, carni rosse brasate o come sublime conclusione di un pasto, accanto a un pezzo di Parmigiano Reggiano Dop di lunga stagionatura.
L'Aceto Balsamico di Modena Igp
L’Aceto Balsamico di Modena può essere prodotto esclusivamente nelle province di Modena e Reggio Emilia. Qui è forte la presenza di uve caratterizzate dalla giusta concentrazione di zuccheri e acidità.
È alla tradizione degli antichi Romani che risale la pratica della cottura del mosto d’uva: il cosiddetto sapum era utilizzato sia come medicinale sia in cucina, come dolcificante e condimento. A partire dall’XI secolo la produzione di questo aceto particolarissimo si lega a Modena: diventerà nel tempo sinonimo di cultura e di storia di un territorio unico per caratteristiche pedoclimatiche e per saperi e talenti umani.
Sul finire del XIII secolo, l’arte della produzione dell’aceto viene coltivata presso la corte Estense a Modena. Ma è soltanto nel 1747, nei registri di cantina dei duchi d’Este, che per la prima volta appare l’aggettivo balsamico: si parla di mezzo balsamico e di balsamico fine, che corrispondono agli attuali Aceto Balsamico di Modena e Aceto Balsamico Tradizionale di Modena Dop.