Il "Club" Fiscale italiano: tre contribuenti su dieci pagano oltre tre quarti dell'IRPEF
I dati più recenti relativi alle dichiarazioni IRPEF confermano una marcata disommetria nel carico fiscale italiano, un fenomeno strutturale che evidenzia la progressività dell'imposta, ma solleva interrogativi sulla distribuzione della base imponibile e sull'efficacia complessiva del sistema.
La concentrazione del prelievo
Secondo le elaborazioni basate sui dati del Ministero dell'Economia e delle Finanze (MEF) e diffuse, tra gli altri, anche da organismi come la Confederazione italiana Dirigenti d'Azienda (CIDA), l'onere dell'IRPEF grava in modo sproporzionato su una fascia specifica di cittadini. In particolare:
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Su un totale di circa 42,6 milioni di dichiaranti, il 76,87% dell'intera Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche è versato da circa 11,6 milioni di contribuenti (equivalenti a circa il 27,2% del totale dei dichiaranti).
Questo dato è la manifestazione più evidente della progressività dell'IRPEF, dove le aliquote (e quindi la percentuale di imposta sul reddito) aumentano all'aumentare della base imponibile. In sostanza, un contribuente con un reddito più elevato non solo paga l'imposta su una base maggiore, ma lo fa con un'aliquota marginale superiore.
(L'analisi prende come riferimento i dati sulle dichiarazioni dei redditi, che tipicamente sono pubblicati dal Dipartimento delle Finanze e si riferiscono all'anno d'imposta precedente.)
La fascia mediana e l'IRPEF
La forte concentrazione del gettito IRPEF su un numero limitato di contribuenti è strettamente correlata alla distribuzione dei redditi nel Paese. La maggior parte dei dichiaranti, infatti, si colloca nelle fasce di reddito più basse o medio-basse, dove l'imposta versata è minore o azzerata grazie alla "no tax area" (la soglia di reddito sotto la quale non si è tenuti a pagare l'IRPEF).
Analizzando la ripartizione per fasce di reddito, si nota come:
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La gran parte dei contribuenti (oltre un terzo) dichiara redditi lordi inferiori a 15.000 euro, e un altro terzo si posiziona tra i 15.000 e i 26.000 euro.
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La fascia più ricca (ad esempio, l'1,7% dei contribuenti con redditi superiori a 120.000 euro) contribuisce con una quota significativa dell'imposta totale (in alcuni anni, questa fascia arriva a versare quasi un quarto dell'IRPEF totale, secondo dati di fonte MEF).
Questa dinamica mostra come l'imposta sul reddito sia prevalentemente sostenuta da lavoratori dipendenti e pensionati con redditi medio-alti e dalle categorie ad alto reddito, i cui versamenti sono tracciati in modo più efficiente grazie alla ritenuta alla fonte.
L'IRPEF e le distorsioni del sistema
Se da un lato la progressività è un principio cardine della Costituzione italiana (Articolo 53), dall'altro la forte concentrazione del prelievo totale può essere sintomo di alcune criticità:
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Impatto dell'Evasione Fiscale: Il peso fiscale maggiore su dipendenti e pensionati è dovuto alla meccanica del sostituto d'imposta (le imposte sono trattenute alla fonte). Le categorie con maggiore autonomia, come i lavoratori autonomi e le imprese individuali, presentano storicamente un tasso di evasione fiscale più elevato, portando a una sottostima dei loro redditi e, di conseguenza, a una riduzione della loro quota di IRPEF versata rispetto al loro potenziale.
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Semplificazione Fiscale: Le recenti riforme che hanno ridotto gli scaglioni IRPEF mirano a rendere il sistema più semplice e a offrire benefici, soprattutto alle fasce di reddito medio-basse (ad esempio, con l'ampliamento della "no tax area" e l'incremento delle detrazioni da lavoro dipendente). Tuttavia, la sfida rimane quella di allargare la base imponibile in modo equo e non solo spostare il peso all'interno delle fasce che già pagano.
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Flat Tax e Tassazioni Sostitutive: L'introduzione e l'espansione di regimi fiscali semplificati o di imposte sostitutive (come la flat tax per le Partite IVA con determinati requisiti o la cedolare secca sugli affitti) possono incidere sulla progressività generale. Queste forme di tassazione, sebbene possano incentivare l'emersione, escludono parte dei redditi dal meccanismo progressivo dell'IRPEF, concentrando ancor più il peso su chi è soggetto al regime ordinario.
In conclusione, il sistema IRPEF in Italia è fortemente sbilanciato: un numero relativamente piccolo di contribuenti si fa carico della parte preponderante dell'imposta. Per garantire una maggiore equità e sostenibilità del sistema, sarà cruciale intervenire non solo sulle aliquote, ma soprattutto sull'efficacia della lotta all'evasione e sull'ampliamento di una base imponibile che rifletta in modo più veritiero la distribuzione della ricchezza nel Paese.
Fonte dei dati principali: Elaborazioni su dati del Ministero dell'Economia e delle Finanze (MEF) – Dipartimento delle Finanze, relativi alle dichiarazioni IRPEF per l'anno d'imposta di riferimento.Questi dati si riferiscono generalmente alle dichiarazioni dei redditi presentate nel 2024, relative all'anno d'imposta 2023.