Galardi e PD: Solidarietà e appello alle istituzioni. Vannetti: Solidarietà senza se e senza ma, altrimenti irricevibile
Prima di tutto esprimiamo la nostra sincera solidarietà.
Riccardo Vannetti, il nostro capogruppo in consiglio comunale, è stato nuovamente vittima di un esplicito attacco omofobo, il terzo, su una pagina Facebook colligiana.
Ci stringiamo tutte e tutti intorno a Riccardo, con il cuore colmo di una tristezza indicibile ma anche con la forza di chi è determinato a far sì che tutto questo odio, tutta questa ignoranza e incapacità di affrontare una discussione serena e rispettosa abbiano fine.
A Colle di Val d’Elsa ormai da anni il clima politico è irrespirabile. Per il Partito Democratico, per le sue iscritte e i suoi iscritti, ma anche e soprattutto per la stessa rappresentanza politica, è diventato ormai impossibile partecipare a una discussione social senza subire offese e attacchi fortemente aggressivi e denigratori.
Da parte nostra cerchiamo di fare il possibile per condurre la discussione su toni civili e rispettosi. Inoltre organizziamo iniziative e incontri (ad esempio quello con Diego Passoni, che sarà nostro ospite alla Festa dell’Unità domenica sera, 7 settembre) per accogliere esperienze e punti di vista di ogni tipo.
Ma le istituzioni cittadine che cosa fanno?
Si è vista una sola iniziativa, anche nell’ambito di quelle per la candidatura a Capitale della Cultura, che parlasse di inclusione, di rispetto, del valore delle parole?
È giunto il momento di chiedere a gran voce un intervento di questo genere. A Colle abbiamo un grosso problema, ma crediamo che ormai questo clima non sia più tollerabile.
È un problema politico e sociale, per questo riteniamo che l’Amministrazione Comunale abbia il preciso dovere di fare qualcosa di concreto per calmare gli animi e ristabilire le basi di una vita civile basata sul rispetto anche tra persone portatrici di ideologie opposte.
“Ora basta, così non è più possibile andare avanti. Lanciamo un appello all’intera maggioranza che siede al governo della città - sono le parole del segretario Pd colligiano, Enrico Galardi -. Ma stavolta ci aspettiamo qualcosa di concreto, i fatti purtroppo dimostrano che una mozione sulla “comunicazione gentile” non è più sufficiente”.
Ringraziamo le forze di maggioranza per la solidarietà espressa al nostro capogruppo, ma respingiamo al mittente quanto loro affermano riguardo all'estraneità della loro parte politica/civica in questi orribili episodi, c'è una responsabilità ovviamente collettiva e chi governa ha il compito di intervenire in modo fermo senza se senza ma.
In realtà siamo abituati ad ascoltare i continui attacchi politici del sindaco che, a partire dalla campagna elettorale per proseguire nel consiglio comunale e in altre occasioni, reiterando attacchi e pesanti critiche all’opposizione sembrano dare l’abbrivio a chi scrive sui social ed è dotato di minori capacità dialettica o a esprimersi in politichese.
Continuano a essere purtroppo quotidiane nei nostri confronti attacchi personali pesanti che in questo caso sono sfociati in vera e propria omofobia.
Certo, non possiamo dire di essere al livello della sindaca di Collepasso (“chi perde stia zitto”), per il momento. Anche se la “concessione” di fare opposizione costruttiva elargendo piccoli consigli a chi amministra, più o meno richiama quel modus operandi.
“Trovo pressoché irricevibile la solidarietà della maggioranza con i suoi se e i suoi ma - interviene Riccardo Vannetti - provo solo schifo e sgomento. Le condanne devono essere ferme, non ho bisogno dei loro distinguo né ne ha bisogno la comunità colligiana. Penso che in Comune, dopo la candidatura a Capitale della Cultura, ci sia solo il terrore che alla nostra città venga affibbiata l’etichetta di omofoba. Lavorino concretamente affinché ciò non avvenga, ma per quanto mi riguarda, tre indizi fanno una prova…”.
“Trovo pressoché irricevibile la solidarietà della maggioranza con i suoi se e i suoi ma - interviene Riccardo Vannetti - provo solo schifo e sgomento per l'accaduto. Le condanne devono essere ferme, non ho bisogno dei loro distinguo né ne ha bisogno la comunità colligiana. Penso che in Comune, dopo la candidatura a Capitale della Cultura, ci sia solo il terrore che alla nostra città venga affibbiata l’etichetta di omofoba. Lavorino concretamente affinché ciò non avvenga, ma per quanto mi riguarda, tre indizi fanno una prova…”.
Comunicato stampa Partito Democratico Colle di Val d'Elsa