28 Ottobre 2025

Icona Meteo 14 °C Cielo sereno

Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipisicing elit. A accusamus cumque excepturi illum iste magni minus quaerat rerum tenetur voluptatibus!

L’artista thailandese Jakkai Siributr fa del Punto Tavarnelle un capolavoro d’arte contemporanea

L’artista thailandese Jakkai Siributr fa del Punto Tavarnelle un capolavoro d’arte contemporanea

Che siano apprezzati dalle famiglie e dall’intera comunità di Barberino Tavarnelle, riconosciuti come veri e propri capolavori, tesori di un patrimonio collettivo, nati dalle mani delle abili ricamatrici di Barberino Tavarnelle, secondo una tradizione viva dai primi del Novecento, priva di rughe e segni di longevità, è cosa nota, una consapevolezza ormai acquisita e condivisa nel corso di oltre mezzo secolo di vita artigianale al femminile. Ma che i classici dadini, realizzati dalle oltre sessanta ricamatrici iscritte al ciclo di corsi e al progetto di formazione del Comune di Barberino Tavarnelle, possano essere celebrati ancora oggi a livello internazionale e omaggiati dall’arte contemporanea questo rappresenta davvero una novità, un’emozione forte che sorprende e amplifica i confini dell’arte del ricamo senza tempo chiamato Punto Tavarnelle.

E’ stato il celebre artista tailandese Jakkai Siributr  (Bangkok, 1969), attratto dal senso di cura che esprime lo storico pizzo tavarnellino, a richiedere l’intervento della comunità chiantigiana e ad inserire nel suo progetto espositivo i manufatti creati ad hoc dalle insegnanti e dalle corsiste della scuola di ricamo di Barberino Tavarnelle nel corso dei mesi estivi e da lui assemblati e incardinati in un unico arazzo d’arte, una nuvola di fili sospesa tra cielo e terra, generatrice di poesia, ombre e riflessi, per raccontare e rappresentare attraverso gli strumenti espressivi del tessuto l’incontro di due vissuti, due memorie che si intrecciano, due terre e due comunità lontane che dialogano e valorizzano esperienze, tecniche, patrimoni di valori comuni come la tradizione e la socialità vitale delle donne, pilastri di vita familiare e collettiva.

Dietro ognuno dei novantaquattro dadini, di forma quadrata e rettangolare, realizzati con il filato n. 8 ritorto fiorentino di colore ecrù, esposti in una cella del Mad Murate Art District, ci sono i mosaici di esperienze, storie personali, ricordi famiglie, mani che lavorano individualmente e in gruppo, si celano desideri, si esprimono sogni e aspirazioni, di diversa età, accompagnati dal piacere di stare insieme, di ritrovarsi, imparare e tramandare un’arte che oggi è insegnata dalle maestre Franca Conforti, Sabina Pelli, Maria Canocchi e Katiuscia Iacopozzi. Sono i merletti di straordinaria bellezza, che fino al 18 gennaio 2026 sarà possibile visitare nell’ambito della mostra Cultura (im)materiale, allestita presso MAD e il Museo di Antropologia e Etnologia-Sistema Museale di Ateneo. Grazie al progetto curato da Veronica Caciolli e Valentina Gensini, direttrice artistica di MAD, l’iniziativa è la prima personale in Italia dedicata all’artista thailandese, prodotta da MAD Murate Art District, Fondazione MUS.E in collaborazione con l’Università di Firenze, il sostegno di Regione Toscana attraverso il bando ToscanaIncontemporanea Giovani sì e il contributo di Fondazione CR Firenze.

“Siamo onorati del fatto che l’artista abbia scelto la nostra antica tradizione per renderla protagonista di una esposizione site-specific a lui dedicata e di averle attribuito il valore di strumento creativo ed espressivo volto a mettere in comunicazione Oriente e Occidente, memoria e contemporaneità – dichiara il sindaco David Baroncelli – il filo rosso che ci porta fino a qui è il valore della memoria, ciò che ci ha mosso inizialmente è stato il progetto di recupero di un patrimonio collettivo e locale che rischiava di disperdersi, la volontà istituzionale di una rinascita che la comunità non ha fatto fatica a sposare e sostenere.  Grazie alla partecipazione delle nostre ricamatrici che hanno creduto numerose nel percorso formativo ed hanno investito sulle loro passioni e le loro mani, possiamo affermare oggi di aver raggiunto più di un obiettivo tra quelli che speravamo di centrare: non abbiamo salvato solo una tecnica artigianale, ormai divenuta rara tra le competenze che abbiamo il privilegio di ereditare dal passato, abbiamo creato in realtà un momento di condivisione, un’occasione plurale che ha acquisito una funzione sociale in cui le persone si incontrano, conversano, si sentono libere di esprimersi, trascorrono del tempo insieme e ogni giorno che passa è un istante in più donato al futuro di quest’arte, di una storia che parla di noi e che si è elevata attraverso l’intuizione di un grande artigiano-imprenditore della calzatura, Salvatore Ferragamo. E’ meraviglioso sentirsi parte di un progetto d’arte contemporanea di un così alto profilo culturale, la mia profonda gratitudine va a tutto lo staff del Mad, alle curatrici della mostra, alle ricamatrici che ringrazio di cuore, una ad una. Un grazie speciale all’artista Jakkai Siributr per l’idea che ha avuto e lo sguardo poggiato su di noi che ci ha fatto sentire speciali”. Felicissime le ricamatrici del Punto Tavarnelle che hanno commentato la loro adesione al progetto con queste parole “Il ricamo a mano non è solo un’arte, è un filo d’oro che lega il passato e il presente”.

All’evento inaugurale hanno preso parte l’assessore alle Tradizioni popolari locali Paolo Giuntini, la presidente di Chiantiform Elisa Corneli, l’agenzia formativa che realizza il ciclo di corsi gratuito per conto del Comune e tante ricamatrici della scuola di Barberino Tavarnelle. I riconoscimenti e gli spazi di informazione di caratura nazionale destinati ad accendere i riflettori sulla rinascita di un’abilità artigianale che rivela le radici culturali e sociali della comunità di Barberino Tavarnelle continuano a moltiplicarsi. Anche la nota rivista di moda mensile “Marie Claire” ha dedicato un servizio giornalistico di Marianna Aprile al Punto Tavarnelle.

© Riproduzione riservata.
Condividi: