Diario Radiofonico in classe: voci della libertà e della conoscenza (Tavarnelle 1952-53)
Una Radio Rurale in classe, in sintonia con le emozioni e il percorso di apprendimento dei più giovani, una radio come maestra di vita per chi, come i bambini e le bambine del Chianti, nell’immediato dopoguerra tornavano a respirare aria di libertà e democrazia, a nutrire il desiderio di esplorare i diversi campi della conoscenza. Imparare ascoltando, intonare canti e filastrocche, disegnare e commentare insieme i fatti, i temi del giorno, i personaggi, le produzioni tipiche, le feste e le tradizioni locali. Crescere viaggiando nell’etere, cavalcando le lunghe frequenze, seguendo una ‘voce’ speciale che entrava a scuola per tradursi in una poliedrica compagna di banco. Era quella della Radio Rurale, l’apparecchio che agli albori degli anni Cinquanta scandiva quasi quotidianamente le giornate scolastiche e affiancava le attività didattiche di una quinta elementare di Tavarnelle, composta da tredici alunni educati all’ascolto e al contatto con il mondo dall’allora maestro Giuseppe Fontanelli, originario del comune chiantigiano.
E’ un prezioso documento dell’epoca, datato 1952-1953, donato da una cittadina di Barberino Tavarnelle, nipote del maestro, al Comune e al Museo della Radio di Tavarnelle e oggi disponibile alla consultazione nello spazio espositivo di via Roma che accoglie circa trecento radio d’epoca, a testimoniare il ruolo e l’importante funzione educativa della radio, definita ‘rurale’ in quanto utilizzata nelle aree decentrate e nelle scuole di campagna, distanti dai grandi centri urbani.
“Si tratta di una sorta di diario collettivo, un registro di classe sui generis, - spiega il collezionista Daniele Camiciottoli, nonché curatore del Museo della Radio - riferito all’anno scolastico 1952-1953 in cui l’insegnante e gli allievi annotavano insieme le trasmissioni radiofoniche ascoltate con cadenza pressoché giornaliera, gli argomenti trattati e le descrizioni e gli approfondimenti relativi ai temi più diversi, supportati anche da illustrazioni e disegni, realizzati rigorosamente a mano”. Ogni pagina che compone il quaderno è una fonte ricca di informazioni, dettagli, pensieri accompagnata da elaborati grafici e foto. Dall’ascolto del discorso di Abramo Lincoln, dal racconto che narra l’infanzia dello scrittore Massimo D’Azeglio alle raccomandazioni che esortano a non toccare gli esplosivi e a prestare attenzione ai ‘resti di guerra’ nel momento della compilazione del registro. Nel quaderno sono appuntati proverbi, canti, filastrocche, fiabe, giochi enigmistici, indovinelli matematici, consigli e suggerimenti radiofonici su come difendersi dalla tubercolosi, dal veleno delle vipere e spunti di riflessione legati ad alcuni personaggi storici e coevi che si accavallano tra una riga e l’altra del quaderno scolastico come Giotto, Magellano, Michelangelo, Garibaldi, Manzoni, Pasteur fino al calciatore italiano Silvio Piola, omaggiato dagli studenti di Tavarnelle con una fotografia dell’epoca incollata sul registro.
Per il sindaco di Barberino Tavarnelle il prezioso testo che riporta indietro nel tempo e conserva una memoria collettiva si articola come un viaggio nella vita rurale degli anni Cinquanta con numerosi riferimenti alla storia, all’arte, alla cultura musicale, alle tematiche ambientali. Colpiscono l’annotazione sulla festa degli alberi del 19 novembre 1952 e gli accenni alle grandi invenzioni, come quella della ruota, o al primo treno italiano inaugurato nel 1839, le indicazioni sulle grandi opere musicali di Verdi, Paganini, Ravel, Schubert, per giungere a commentare la bellezza delle stagioni e delle tradizioni legate alle stagioni, la vendemmia in campagna, i canti di Natale, le maschere carnevalesche, le ciliegie e le colombe primaverili. Non mancano i temi focalizzati sulla solidarietà e sul volontariato con uno specifico richiamo ai donatori del sangue e alla storica realtà dell’associazione Avis, sorta nel 1927.
Alcuni degli studenti di allora, come l’ottantenne Florio Conti, residente a Barberino Tavarnelle, ricordano con emozione quei momenti trascorsi sotto la guida 'sonora' della Radio Rurale e dell’amato maestro Fontanelli. “Era un momento atteso da tutti noi, senza dubbio era più facile imparare ascoltando le trasmissioni radiofoniche, in classe regnava il silenzio quando il nostro maestro cercava di sintonizzarsi sulle frequenze dei programmi musicali e le rubriche di informazione, era un modo per condividere, entrare in contatto con la realtà che neanche immaginavamo, stimolare la fantasia e divertirsi insieme”.
Il Museo della Radio di Tavarnelle espone alcuni splendidi esemplari degli apparecchi degli anni Cinquanta, compresa la Radio Rurale, affiancata dal prezioso documento che narra delle applicazioni educative della radio nella quotidianità scolastica, un vero e proprio mezzo di istruzione che supportava, come una lavagna le lezioni tutt’altro che frontali dell’illuminato maestro Giuseppe Fontanelli.