Barberino Tavarnelle, crisi Atop: 120 lavoratori a rischio licenziamento
Grande apprensione nella zona industriale di Valcanoro, a Barberino Tavarnelle, dove l'azienda Atop, specializzata nella produzione di linee automatiche per statori e rotori di motori elettrici, ha annunciato la volontà di procedere al licenziamento per circa la metà dei suoi 240 dipendenti.
Atop, parte del solido gruppo bolognese Ima della famiglia Vacchi, sta affrontando una profonda crisi dovuta principalmente al mancato sviluppo del settore e-mobility (auto elettriche e ibride), sul quale l'azienda aveva fortemente investito.
Dalla cassa di solidarietà ai licenziamenti
La situazione di difficoltà era già emersa prima dell'estate con l'apertura delle procedure di Cassa di Solidarietà (una forma di cassa integrazione speciale). Le ore di inattività sono progressivamente aumentate, passando dal 20% circa di maggio-giugno all'attuale 70-80%, con significative ripercussioni sugli stipendi dei lavoratori, che hanno visto ridursi la busta paga da $1.700-$1.800 a $1.200-$1.300 mensili.
La richiesta di un taglio del 50% della forza lavoro è stata comunicata dalla proprietà ai sindacati nei giorni scorsi, incontrando la ferma opposizione delle rappresentanze dei lavoratori.
Mobilitazione e tavolo di crisi in Regione
L'apprensione è stata palpabile nell'ultima assemblea, che ha visto la partecipazione di oltre 130 dipendenti (in parte collegati da remoto), dove l'azienda avrebbe negato ulteriori permessi sindacali interni. I lavoratori hanno manifestato la loro intenzione di scendere in piazza e manifestare sotto la sede della Regione Toscana in occasione del prossimo Tavolo di Crisi.
Le sigle sindacali, con in testa Filippo Sozzi (Cgil), hanno chiesto la convocazione urgente di un tavolo di crisi istituzionale, invitando la proprietà, il Comune e i consiglieri regionali. L'incontro è atteso per la metà di novembre.
L'Impegno delle Istituzioni locali
Il Sindaco di Barberino Tavarnelle, David Baroncelli, ha espresso grande preoccupazione per la vertenza, definendola "di quelle che impensieriscono". Il Sindaco ha confermato l'impegno delle istituzioni locali nella ricerca di una soluzione che tuteli i posti di lavoro e il tessuto economico del territorio, già provato da altre criticità industriali come la vicina pH.
I sindacati ribadiscono che la riduzione del personale è inaccettabile e, data la solidità del gruppo Ima, chiedono all'azienda di presentare un piano industriale alternativo che preveda la diversificazione del lavoro per salvare tutti i posti di lavoro.
