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Bastianoni: Così salvai la collezione di Lovanio Rossi già pronta a partire per Firenze

Bastianoni: Così salvai la collezione di Lovanio Rossi già pronta a partire per Firenze

di Simona Pacini

C’è una storia tutta colligiana che riguarda l’eccezionale collezione di libri antichi di Lovanio Rossi, il mitico preside delle Magistrali. Lovanio, confidandosi con gli amici, aveva detto più volte che avrebbe voluto lasciarla a Colle, la città in cui era nato il 7 dicembre 1920, in cui aveva vissuto, abitando nell’iconico Palazzo del Campana, e in cui aveva diretto per anni l’istituto magistrale nel Conservatorio di San Pietro, oggi museo cittadino.

A Curzio Bastianoni, assessore alla cultura e vice sindaco con Marco Spinelli a cavallo del 2000, un giorno aveva detto: «Guarda Curzio, ormai sono vecchio. La mia biblioteca è divisa in due gruppi. Uno è quello di Vittorio Alfieri, una raccolta tra le prime quattro in Italia, più i libri su Colle e varia letteratura. Se sei ancora direttore a Siena (della Biblioteca degli Intronati, nda) mando tutto a te. Se non ci sei più, l’Alfieri va alla Laurenziana di Firenze e tutto il resto rimane a Colle».

 Lovanio Rossi, l'ultimo in piedi a destra, quando era preside alle scuole medie di Colle

Poi, per i giri strani che fanno le cose, anche quando le volontà sono chiare, tutto aveva rischiato di andare in un altro modo. Oltre alla collezione dell’Alfieri, accolta con tutti gli onori dalla Biblioteca Medicea, rischiava di finire a Firenze anche il resto della libreria. Anzi, le schede catalografiche, vergate dalla stessa mano del Rossi, erano già partite alla volta della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, per decisione del figlio Lorenzo, erede del padre dopo la sua scomparsa, avvenuta il 14 marzo 2007.

Purtroppo nel marzo di dieci anni dopo, nel 2017, Lorenzo fu portato via da un malore improvviso e i beni di famiglia rimasero a Patrizia Bellucci, compagna di Lorenzo, oggi scomparsa anche lei.

Mission impossible

«Nel 2021 seppi che i libri del Rossi stavano per partire alla volta di Firenze - racconta Curzio Bastianoni - così telefonai in biblioteca a Colle e parlai con la responsabile Nicla Senesi. Si può far niente? Le chiesi. Mission impossible, mi rispose. Non rimaneva che parlare con la signora Patrizia, che però non conoscevo».

Fu l’amica Franca Peruzzi a mettere Bastianoni in contatto con l’unica superstite della famiglia, grazie alla conoscenza di Maria Marri, sua vicina nel Palazzo del Campana.

«Patrizia mi disse che ormai i libri erano stati promessi a Firenze e che anche Lorenzo era d’accordo - racconta Curzio Bastianoni - però, le spiegai, Lovanio voleva che restassero a Colle. Per farle capire come stavano le cose, le raccontai un po’ di storie del suocero che lei non conosceva».

La passione per le Cinquecentine

Lovanio Rossi coltivava una passione non comune per le Cinquecentine, ovvero per i libri stampati nel XVI secolo, agli albori della stampa a caratteri mobili, inventata in Europa dal tedesco Johannes Gutenberg, nel 1453-1455. Le comprava attraverso i cataloghi delle librerie antiquarie di tutta Italia, spesso mutile, con qualche pagina in meno. Poi passava in via della Sapienza, dall’Amico Curzio a chiedere se in biblioteca ci fosse una copia gemella per poter fotocopiare le pagine mancanti.

«Erano sempre discussioni - ricorda Bastianoni -. In genere trovava la copia che cercava, agli Intronati le Cinquecentine sono oltre quattromila. Io resistevo ma alla fine vinceva sempre lui e riusciva a fare la fotocopia alle pagine mancanti.

A casa poi aveva trovato il sistema per invecchiarle. Usava una carta speciale, forse del caffè, e quando il risultato era quello voluto, le rimetteva al posto giusto. In pratica restaurava perfettamente quei libri antichi. Era diventato una vera leggenda».

Curzio Bastianoni aveva curato una raccolta di interventi, pubblicati poi nel 2011 a Firenze con Polistampa, sotto il titolo “Studi e memorie per Lovanio Rossi”, con la Biblioteca della Miscellanea Storica della Valdelsa.

 

 

 

L'ultimo atto di riconoscenza

«Un giorno, venendo dal Palazzone, camminavo verso il Comune per passare dal sindaco Paolo Brogioni a cui volevo sottoporre l’idea del volume e incontrai Lovanio. Feci in tempo a dirgli del progetto. Fu proprio un segno del destino, fui contento di averne avuto l'opportunità. Dopo poco sarebbe scomparso. Ogni volta che lo trovavo diceva ‘io spero sempre di non svegliarmi la mattina’. E andò proprio così». 

«A Patrizia raccontai del rapporto che avevo avuto con Lovanio, di cui ero stato anche allievo alle Magistrali, un rapporto ottimo», continua Curzio Bastianoni. «Le dissi del desiderio che aveva di valorizzare quello che era riuscito a raccogliere nel corso della sua vita. Le feci notare anche che una collezione colligiana alla Nazionale di Firenze sarebbe rimasta chiusa negli scatoloni in qualche magazzino, mentre la sua Colle avrebbe potuto rendergli il giusto merito, una volta realizzata la nuova biblioteca, con una stanza dedicata e una targa alla memoria. Lei mi ascoltò con interesse, e mi disse che ci avrebbe pensato».

Della questione si occupò anche l’allora sindaco Alessandro Donati che, dopo la trattativa di Bastianoni, andò a far visita alla vedova di Lorenzo, insieme alla bibliotecaria Nicla Senesi.

«Alla fine disse di sì - racconta Curzio - e così gli uomini del Cantiere comunale iniziarono lo sgombero degli scatoloni che dal Palazzo del Campana furono portati nella vecchia scuola di piazza del Duomo, dove sono tutt’ora».

Era la fine del 2021, pochi mesi dopo anche la signora Patrizia sarebbe scomparsa.

«La città e la biblioteca saranno notevolmente arricchite da questa donazione - è il commento di Nicla Senesi - tra l’altro è stato proprio Lovanio Rossi, negli anni subito dopo la guerra, a dare un nuovo impulso alla biblioteca di Colle. La giusta collocazione della sua donazione è un atto più che dovuto».

 

Nella foto di copertina: Lovanio è il secondo da sinistra, dopo Marcello Salvatici. Accanto a lui, verso destra: Curzio Bastianoni, Laura Nocentini e, di spalle, Marco Spinelli

 
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