25 Ottobre 2025

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A Colle ci si contende anche il “politicamente corretto”

A Colle ci si contende anche il “politicamente corretto”

 

di Simona Pacini

Ci sono delle cose che se non facessero morir dal ridere, ci sarebbe da piangere. Nel caso che mi appresto a raccontare si ride, certo, ma con una nota amara, la solita nota stonata di chi, per farsi bello, non riesce a fare a meno di appropriarsi delle idee altrui.

Non è la prima volta che ciò accade nel magnifico nuovo corso che illumina la fortunatissima città di Colle di Val d’Elsa da oltre un anno. I miei dieci lettori ricorderanno la triste storia del progetto per i bagni pubblici, con ostello, vicini a piazza Arnolfo, e la disputa sul finanziamento di un milione di euro ottenuto tre anni fa dalla precedente (e vituperata) amministrazione, ma rivendicato a piè sospinto da quella attuale.

Passiamo oltre.

Stavolta l’argomento è più piccolo anche se non meno importante per la città.  

Più piccola perché non si parla di contributi economici. È solo un’idea, un prodotto dell’ingegno umano.

Un’idea che, tra i suoni di fanfare, le auto marchiate, i grandi incontri, accompagnati da grandi cene e da grandi proclami degli attuali amministratori sulla candidatura a capitale della cultura, è uscita, guarda un po’, dai banchi del centrosinistra. 

Ohinoi. La sinistra. 

La stessa sinistra accusata di “boicottare” il progetto della candidatura colligiana a favore di Fiesole, Comune a guida Pd. Una bieca sponsorizzazione che vedrebbe coinvolto perfino il presidente della Regione, anche lui Democratico. La sinistra che, se in Regione vinceva il centrodestra, glielo faceva vedere lui a chi toccava, essere capitale della cultura.

Dunque.

Il centrosinistra colligiano, nell’ultimo consiglio comunale, presenta una mozione “per la creazione e istituzione di un percorso della memoria civica dedicato ai cittadini che hanno contribuito a dare lustro alla città di Colle di Val d’Elsa”, iniziativa che, come amano dire in oggi Comune, rappresenta sicuramente “un passo avanti nel percorso della candidatura a capitale della cultura”.

 

E proprio da quei boicottatori della sinistra doveva arrivare? 

Mannaggia. 

La sinistra, ricordate, fissata col gender e con l’ideologia woke. Quella che rifiuta il maschile sovraesteso nella lingua italiana, mettendosi a cavillare su parole “inascoltabili” (dice la destra) come sindaca, assessora, ministra, avvocata. E fosse finita qui. La sinistra che dice buongiorno a tutte e a tutti, che distingue tra bambine e bambini, ragazze e ragazzi. La sinistra del politicamente corretto che fa strabuzzare gli occhi a “quelli che (cito a caso) si occupano, invece, di questioni serie”. 

 

Solo che stavolta, e alla fine ci toccherà dar ragione al mondo al contrario del famoso generale, in consiglio comunale succede questo.

Dopo l’esposizione della mozione presentata dal centrosinistra, quella del percorso della memoria civica, una consigliera della lista più a destra tra quelle che sostengono ufficialmente il sindaco, dice che l’idea è bella ma incompleta. Nella mozione non si parla infatti delle molte donne illustri che hanno arricchito nei secoli l’immagine della città di Colle di Val d’Elsa. E propone un emendamento, accolto il quale la mozione sarà approvata all’unanimità. 

 

C’è di che gioire, dal momento che non è usuale vedere le diverse parti in consiglio votare nello stesso modo. Peccato che il giorno dopo, la lista della consigliera esca con un post sui social in cui si magnifica il di lei intervento, infierendo allo stesso tempo su quella che è stata evidentemente solo una svista degli avversari. 

“Grazie a questo emendamento - si legge - è stato dato valore anche alle figure femminili della nostra città, in quanto nel dispositivo iniziale proposto non erano state minimamente considerate”.  

 

Bravi, brave. Aggiungiamo, anche se non ce ne sarebbe bisogno. Si complimentano già da soli (e da sole). 

 

Peccato che nell’euforia a nessuno sia venuto in mente di dare un occhio alla pagina del sito ufficiale del Comune dedicata ai personaggi illustri. 

Dove si legge una discreta sfilza di nomi, ma tutta al maschile. Aggiornata, come si legge in chiaro, il 13 agosto 2024, quando la nuova maggioranza era già alla guida della città. 



  

 

Un anno e mezzo non è bastato per aggiornare il sito al femminile. Ma ora se ne rivendica addirittura il merito.

Ripeto, niente di nuovo.

Mi resta un dubbio, però. Se il frutto di questo “grande lavoro” vantato sui social includa anche una effettiva conoscenza (al di là di una lista di nomi ricavabile da WikiPedia) delle donne che nei secoli hanno dato lustro alla Città di Colle.

 

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