NelQuotidiano.

NelQuotidiano.

28 Agosto 2025

Icona Meteo 24 °C Cielo coperto

Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipisicing elit. A accusamus cumque excepturi illum iste magni minus quaerat rerum tenetur voluptatibus!

Lovanio Rossi nel ricordo degli amici: Mai conosciuto nessuno che amasse i libri così profondamente

Lovanio Rossi nel ricordo degli amici: Mai conosciuto nessuno che amasse i libri così profondamente

Per ricordare chi era Lovanio Rossi (il professore, il preside, lo studioso, il bibliofilo, il collezionista e restauratore di libri antichi) ci viene in soccorso la raccolta di interventi a lui dedicata dall’allievo e amico Curzio Bastianoni. “Studi e memorie per Lovanio Rossi”, uscito nel 2011, pubblicato grazie al Comune di Colle di Val d’Elsa (al tempo in cui era sindaco Paolo Brogioni), figura come volume n. 24 nella Biblioteca della Miscellanea Storica della Valdelsa diretta da Sergio Gensini.

Il leggio nel suo studio all'interno del Palazzo del Campana

«Nella mia professione di bibliotecario - scrive Curzio Bastianoni - ho conosciuto studiosi di ogni livello e Paese, ma mai nessuno che amasse i libri così profondamente».

«I libri antichi sono uno dei più grandi amori nella vita di Lovanio», ricorda Michela Nencini. «Nel corso degli anni ne compra tantissimi, fino a possedere una collezione con pezzi introvabili e di valore, che custodisce e cura personalmente, cimentandosi anche nell’arte del restauro librario, di cui diviene espertissimo». E ancora: «Quella che chiamava ‘modestia colligiana’ Lovanio l’ha incarnata egregiamente, così come ha incarnato quei valori di umanità e passione culturale propri di quella realtà in cui si riconosceva e di cui si sentiva parte».

Negli ultimi anni della sua vita, Lovanio Rossi fu colpito da una grave malattia agli occhi che lo costringeva a rinunciare agli amati libri per ripiegare sulla sua seconda grande passione, l’ascolto della musica.

«Finché gli era stato possibile - è il ricordo di Mario Manganelli - era uscito ogni giorno con puntigliosa regolarità e se qualche amico si faceva riconoscere si fermava volentieri. Lo incontravo spesso e nelle conversazioni riacquistava quella naturale vivacità soffusa di sottile ironia che lo aveva sempre distinto. (...) Da qualche tempo, prima di coricarsi esprimeva il desiderio che quella fosse la sua ultima notte e in qualche modo è stato esaudito perché se ne è andato dolcemente nel sonno».

La reminiscenza di Mario Cappelli: «Credo di aver conosciuto il prof. Lovanio Rossi nell’anno scolastico 1944-45 quand’egli - tornato dalla Puglia al seguito delle truppe alleate - aveva ottenuto qualche periodo di supplenza all’Istituto Magistrale di Colle, che io frequentavo come allievo dell’ultimo anno. Fu grazie a Lovanio Rossi che cominciai a gustare la poesia e la prosa di questo e di quell’autore latino: di Orazio, per esempio, tengo ancora a memoria Alla fonte Bandusia e interi brani di alcune satire, come, del resto, dell’Eneide di Virgilio. (...) E posso affermare senza tema di smentita che egli, da professore, da preside di scuola media inferiore e poi di scuola media superiore, sempre cercò di operare in modo che la valutazione di ogni allievo fosse non solo obiettiva, ma quanto più umana possibile».

Un progetto in cui Lovanio Rossi amava riversare la sua energia fu quello del Bollettino della Società degli Amici dell’Arte.

«Come nacque l’idea di un bollettino nel corso di una chiacchierata alla Casa dell’Amicizia di Colle Val d’Elsa, il cui testo è riportato nel n. 32, - scrive Luca Lenzini - è lo stesso curatore della rivista, Lovanio Rossi, a spiegarlo. All’origine della rivista furono le sollecitazioni rivoltegli dagli amici Sabatino Sabatini e Marco Aurelio Francioli, che a più riprese avevano auspicato la pubblicazione di un periodico che - questa la dichiarata finalità - avrebbe dovuto accrescere l’attaccamento alla Società dei Colligiani e (...) illustrare con testimonianze e studi gli aspetti della tradizione ‘civile’ e ambientale di Colle. Ma se tali erano gli auspici ed il programma, poi realizzato, della rivista, all’epoca a cui si riferisce il racconto delle origini, cioè alla metà degli anni ‘70, Rossi era impegnato nell’insegnamento, per cui le prime avances degli amici andarono a vuoto».

 Ettore Pellegrini era compagno di classe del figlio Lorenzo al liceo Piccolomini di Siena e in seguito cominciò a frequentare Lovanio “nella sua suggestiva casa in Palazzo Campana” e ad accompagnarlo “per le librerie antiquarie di Firenze alla ricerca di antiche stampe e rari volumi”. “Ormai in pensione e dedito con amorevole cura a collezionare e studiare le opere alfieriane ricorda Pellegrini -, egli svolgeva una ricerca antiquaria sistematica, avvalendosi, ovviamente, di un’altissima competenza bibliografica e letteraria. Il suo non era un girovagare, ma un seguire tracce e piste ben precise per verificare le indicazioni passategli da qualche libraio compiacente o da qualche letterato amico”.

Infine troviamo il contributo di Laura Nocentini, che stila la bibliografia, un lavoro non semplice “in considerazione della nota ritrosia ad apparire del nostro Lovanio Rossi”.

Fin qui, abbiamo riportato solo qualche piccolo stralcio dalla sezione “ricordi”, ma il libro curato da Curzio Bastianoni contiene molti interventi in più. Chi è interessato ad approfondire la bellissima figura dello studioso colligiano ci potrà trovare, ben approfonditi, tanti aspetti della sua attività letteraria e di ricerca.

Qui l'altro articolo di Simona Pacini su Lovanio Rossi.

(si.p.)

© Riproduzione riservata.
Condividi: