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02 Agosto 2025

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Un anno dalle elezioni: il bilancio di Riccardo Vannetti

Un anno dalle elezioni: il bilancio di Riccardo Vannetti

Abbiamo da poco superato il primo anno di governo della nuova amministrazione. Purtroppo, nonostante i grandi festeggiamenti e le dichiarazioni altisonanti da parte di sindaco e giunta, non mi sento di condividere lo stesso ottimismo per il futuro della città.

 

Al momento vedo tante idee in campo ma non trovo il riscontro di una seria programmazione, sia dal punto di vista delle azioni sia da quello dei finanziamenti.

Oggi la narrazione della maggioranza è completamente improntata sulla candidatura a Capitale della Cultura per il 2028 ma personalmente non credo che basti incontrare qualche personaggio di spicco del governo nazionale e indossare una maglietta con il logo Colle (sul quale ho già espresso il mio pensiero, per cui non mi ripeterò) sia sufficiente a fare il salto di qualità.

Eppure, a oggi, se leggiamo il programma “culturale” a sostegno della nostra candidatura fino al prossimo dicembre, troviamo per lo più una serie di appuntamenti abituali (dalla notte bianca, alla notte gialla, alla fiera degli uccelli), qualche appuntamento sportivo, sagre e ballo liscio.   

Ma siccome continuo a sperare che il grande passo fatto con la candidatura sia veramente utile ad accrescere il livello di offerta culturale con tutto quello che ne consegue per la Città di Colle di Val d’Elsa, passo oltre, per il momento.

Prima di tutto mi chiedo, sperando di essere smentito, se l’enfasi per la candidatura stia facendo dimenticare i temi caldi della città, quelli che hanno accompagnato i lunghi mesi di campagna elettorale con grandi dichiarazioni e promesse di un intervento veloce a partire dal giorno dopo l’insediamento.  

Perché se penso a una gestione ben organizzata e veramente responsabile di una città delle dimensioni di Colle di Val d’Elsa devo anche tener conto del fatto che occorra una programmazione fitta, costante, seria, basata su una visione reale per il futuro della stessa città. 

E invece: sulla Fabbrichina, silenzio completo. Se si eccettua una battuta pronunciata dal sindaco in consiglio comunale che quando saremmo diventati capitale della cultura magari la Fabbrichina sarebbe stata rimessa a posto già da tempo.  

Ecco, se io dovessi portare avanti i miei obiettivi professionali seguendo una linea simile, sicuramente mi troverei a dover cercare un nuovo lavoro.

L’ascensore? Ormai lo sanno anche i muri: le presunte “incapacità” della precedente amministrazione o sono le stesse della nuova o, come è evidente, il problema è diverso e molto più complesso di quanto si volesse far credere.

Ricordo anche che se si fosse creduto alle promesse reiterate da sindaco e assessori, oggi avremmo un Teatro dei Varii aperto e funzionante ormai da diverse settimane. 

I bagni di Santa Caterina. Si è scelto un finanziamento veloce con una spesa limitata per accelerare i lavori, rinunciando a un progetto completo che comprendesse anche le persone con disabilità, per ritrovarsi ancora fermi del tutto, dopo un anno.  

Del palazzo dell’orologio non si sa ancora niente, se non che l’orologio è stato rimesso a posto, si fa per dire, dal momento che le lancette sono sempre diversi minuti avanti rispetto all’ora giusta.

Sulla Stazione di Posta abbiamo dovuto assistere a un penoso teatrino in cui la giunta ha fatto di tutto per aggiudicarsi un progetto ideato e finanziato nel 2022. Lo stesso si è verificato con il progetto dell’ex Capannone Maccari che ospita il Sonar, volendo puntare il dito solo su presunti successi personali e passando un colpo di spugna sulla lunga attività portata avanti dai predecessori.

Che dire dell’acqua delle gore al servizio degli orti e dei giardini all’Agrestone. Anche lì, grandi proclami, grida di vittoria, e poi si è rivelato essere tutto come prima.  

La situazione del verde in città e nelle frazioni è purtroppo sotto gli occhi di tutti, nonostante anche in questo caso le dichiarazioni vengano fatte sempre con un tono vittorioso.

Tristemente, chiunque sia dotato di un minimo di obiettività, può constatare che l’aspetto della città non è cambiato di una virgola, tra incuria e sporcizia.  

Ancora più tristemente, sembra essere completamente scomparso dai radar il tema principe della campagna elettorale, quello che fece pronunciare promesse a gran voce nel corso di un incontro pubblico. Il famoso tubone. Nell’occasione, l’attuale sindaco dichiarò che non appena fosse entrato a palazzo pubblico, avrebbe firmato un’ordinanza contro l’impianto. Oggi non se ne parla nemmeno più. 

In compenso si è adottato un Piano Operativo Comunale che toglie la protezione dall’ambiente dell’Elsa posta dalla precedente amministrazione, lasciando di fatto la porta aperta a nuove edificazioni nella zona fluviale.

Quello che si respira oggi a Colle di Val d’Elsa, nonostante le uscite social e le continue celebrazioni, è in realtà un grosso clima di incertezza verso il futuro della città. 

Quando verranno portati avanti e conclusi i diversi interventi? Quanto costeranno e come verranno finanziati? 

Purtroppo oggi queste domande non hanno risposta.  

Che cosa dobbiamo pensare, che cosa devono pensare le cittadine e i cittadini? 

Che stiamo semplicemente navigando a vista ma che andrà tutto bene perché alla fine in qualche modo le cose si aggiusteranno?   

Io spero di no. Spero che si rimettano al più presto i piedi per terra e che si cominci a lavorare con serietà sulla sostanza dei problemi più che sull’apparenza.

 

(Riccardo Vannetti)

 
 
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