Professione content creator: algoritmi, guadagni e nuove regole Agcom. L’intervista a Fabrizio Gherardi
di Gabriel Pappalardo
Dietro lo schermo dello smartphone, quello del content creator è un mestiere che muove economie, ma che spesso resta un'incognita per chi non vive di pane e social. Tra algoritmi che cambiano, nuove mode come i video brevi e la recente stretta normativa arrivata dall'Agcom, il settore sta vivendo una fase di profonda trasformazione. Per capire cosa sta succedendo abbiamo incontrato Fabrizio Gherardi, rappresentante di categoria, per farci raccontare luci e ombre di questo lavoro.
Fabrizio, partiamo dalle basi. Ti chiederei di presentarti e di spiegare, soprattutto a chi è meno avvezzo alle dinamiche digitali, in cosa consiste concretamente la tua professione.
Mi chiamo Fabrizio Gherardi e il mio lavoro è quello del content creator. Vale a dire creare contenuti video o audio su vari canali e piattaforme, ma in special modo su YouTube. Noi creator veniamo pagati non tanto in base alle visualizzazioni, ma in base al rendimento pubblicitario dei video stessi. Quando vedete una pubblicità prima o in mezzo al video, YouTube prende il guadagno e lo spartisce con i creator partner.
Hai accennato al "rendimento pubblicitario", un concetto tecnico fondamentale per la vostra economia. Ci spieghi meglio come funziona questo meccanismo?
Sui video che creiamo vengono collocate delle pubblicità (solitamente prima e dopo il video, per i video lunghi possono essere messe anche in mezzo), queste danno una remunerazione al creator a seconda di quanto a lungo vengono viste, se ci sono interazioni su di esse, tipologia di inserzione e quanto è pertinente con il video stesso. Poi ci sono anche gli abbonamenti e le donazioni dirette, ma solitamente incidono molto poco sul totale.
Uno dei cambiamenti più evidenti degli ultimi anni è stata l'invasione dei video verticali, i cosiddetti Shorts. Come avete vissuto questo passaggio? Vi siete sentiti sminuiti o penalizzati economicamente dal dover condensare tutto in pochi secondi?
Da quando ci sono gli short YouTube ha iniziato a consigliare sempre di più i video brevi e sempre di meno quelli lunghi. Gli short fanno molte più visualizzazioni, ma sono pagati pochissimo e niente rispetto ai video lunghi, questo perché il guadagno non è più pubblicitario, ma deriva da un fondo di YouTube che paga esclusivamente in base alle views. Per me è stato un peggioramento, ma siamo un po' tutti costretti a sfruttare anche gli short per continuare a crescere. Inizialmente il limite era di un minuto, con 3 minuti direi che non ci sono problemi di lunghezza, essendo un video breve.
Credi sia possibile che, in futuro, la piattaforma introduca la pubblicità classica anche in questo formato breve, permettendovi così di tornare ai guadagni di un tempo?
Non credo proprio, la pubblicità diventerebbe in quasi tutti i casi più lunga del video stesso, distruggendo l'esperienza per gli utenti. Oltre tutto, è stata una mossa estremamente furba quella di far creare tantissimi video brevi dovendoli pagare poco. Hanno aumentato il traffico alla piattaforma senza dover spendere molto per i creator.
Passiamo all'attualità normativa. Si fa un gran parlare del nuovo albo degli influencer e delle linee guida Agcom. A chi si applicano realmente queste regole? Valgono anche per le testate o solo per i singoli?
E' stato creato per content creator ed influencer che hanno numeri alti, non si dovrebbe applicare a siti di giornali o siti in generale. Il loro intento primario è quello di dare la stessa responsabilità delle tvalle persone che fanno gli influencer. Per quanto il loro fine fosse limitare il far west quelle norme sono molto generiche e scritte male. Possono colpire con multe pesantissime il 98% dei canali interessati, che senza saperlo sono in violazione del regolamento dell'albo. Ad esempio, si chiede di non violare il copyright e non si specifica nessun caso di esenzione, come il fair use. Qualsiasi persona che fa gameplay, che mostra un software, un'immagine protetta, sarebbe multabile.
Essendo tu un rappresentante dei creator, come ti sei mosso di fronte a questo scenario incerto? Sei riuscito ad avere un dialogo con gli enti preposti?
Non sono l'unico ad essere rappresentante, ne vengono attivati altri di creator quando ci sono eventi importanti. In questo caso non sono stato interpellato e ho provato a prendere contatti con l'Agcom di mia iniziativa via pec. Ad oggi non ho ricevuto alcuna loro risposta.
In conclusione, guardando ai prossimi anni e considerando queste nuove regole, come pensi che si evolverà il mestiere del creator?
Suppongo succederà come per le tv, i creator andranno avanti come prima sperando di non incappare in qualche multa. Il content creator ha avuto sempre più possibilità e scelte, per cui credo che continueremo ad essere sempre più presenti, sperando nell'arrivo di nuove piattaforme ancora più convenienti per noi.
I cananli di Fabrizio Gherardi, toscano, sono Amico Diverte-racconti horror, come Instagram https://www.instagram.com/amicodiverte_racconti_horror/
