11 Novembre 2025

Icona Meteo 17 °C Nubi sparse

Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipisicing elit. A accusamus cumque excepturi illum iste magni minus quaerat rerum tenetur voluptatibus!

Bellezza, forza, intelligenza: cinque donne toscane protagoniste della storia dell’arte

Bellezza, forza, intelligenza: cinque donne toscane protagoniste della storia dell’arte

C’è un filo sottile che unisce le donne toscane ritratte nei secoli dagli artisti: uno sguardo che attraversa il tempo, capace di raccontare grazia, forza e mistero.

Dal Rinascimento al Settecento, questi ritratti non sono solo testimonianze di bellezza, ma veri e propri dialoghi tra musa e pittore, tra individuo e immaginario collettivo.

In questo viaggio attraverso cinque storie femminili, la Toscana si rivela non solo terra d’arte, ma anche luogo in cui lo sguardo sull’universo femminile si è fatto racconto, simbolo e memoria.

1-Lisa Gherardini: il mistero di Monna Lisa

La tradizione afferma che la donna ritratta da Leonardo da Vinci nella celeberrima Gioconda, è la nobildonna Lisa Gherardini, nata a Firenze nel 1479, il suo è senza dubbio il volto toscano più famoso della storia dell’arte.

Era la moglie di Francesco del Giocondo, da cui la “Gioconda”. Leonardo abitava una casa dell’Arte dei Mercatanti in via de’ Gondi (oggi distrutte) a pochi passi da piazza della Signoria, che erano proprio di un ramo della famiglia Gherardini di Montagliari.

Il ritratto probabilmente dipinto a Firenze tra il 1503 e il 1506 è conservato a Parigi al Musée du Louvre. Il sorriso della Gioconda tra i più enigmatici della storia dell’arte non cessa, ancora oggi, di sollevare molti interogativi. Chi era davvero la Monna Lisa?

2-Simonetta Vespucci: la bellezza che attraversa i secoli

Nata a Portovenere nel 1453, ma cresciuta a Firenze, Simonetta Vespucci fu la musa di Sandro Botticelli, che la ritrasse in opere come La nascita di Venere La Primavera, visibili nella Galleria degli Uffizi. È il simbolo della bellezza rinascimentale e figura di culto nella Firenze medicea.

La sua grazia all’epoca incantò tutti, di lei si innamorarono Lorenzo Il Magnifico che le dedicò la pesia “Selve d’amore” Alfonso duca di Calabria.

Nel 1475 durante il “Torneo di Giuliano”  in piazza Santa Croce, Giuliano de’ Medici promise e dedicò la vittoria a Simonetta, presente tra il pubblico e fece realizzare a Botticelli uno stendardo che raffigurava la fanciulla nei panni allegorici di Venere-Minerva con ai piedi Cupido incatenato.

 La bellezza di Simonetta ha attraversato i secoli ed è arrivata fino ai letterati e poeti dell’Ottocento e del Novecento, in particolare Giosuè Carducci e Gabriele D’Annunzio che le hanno dedicato alcune poesie.

3-Eleonora di Toledo: il potere silenzioso

Ultima Duchessa di Firenze e prima moglie di Cosimo I de’ MediciEleonora di Toledo fu spesso ritratta da Agnolo Bronzino, come nel celebre Ritratto con il figlio Giovanni, conservato nella Galleria degli Uffizi.

Nata in Spagna nel 1522, diventò consorte di Cosimo I nel 1539 all’età di 17 anni. Nei periodi di assenza o malattia del marito assunse la funzione di reggente del Ducato di Firenze. 

La coppia viene descritta come molto innamorata, insieme misero al mondo undici figli. Eleonora aveva il carattere giusto per stare al fianco di un uomo burrascoso e introverso come Cosimo de’ Medici. Era l’unica persona che aveva un qualche ascendente sul marito, dalla quale accettava consigli e che sapeva come mitigare i suoi continui sbalzi di umore.

Il sontuoso abito in broccato d’oro e argento del ritratto di Bronzino è uno dei simboli del potere mediceo e della raffinatezza della corte fiorentina, insieme all’ovale perfetto del volto e alla pacatezza di Eleonora, rendono l’idea perfetta dell’innata maestà e del potere silenzioso di questa donna straordinaria.

4-Lucrezia Panciatichi: simbolo di eleganza

Lucrezia Panciatichi, nata Pucci, è stata una nobile fiorentina del XVI secolo, moglie del banchiere e intellettuale Bartolomeo Panciatichi.

È lei la protagonista di un celebre ritratto dipinto da Agnolo Bronzino intorno al 1541, che si trova alle Gallerie degli Uffizi.

L’opera incarna alla perfezione gli usi e i costumi della Firenze nobile di quel tempo. Lucrezia è investita da una luce intensa che contrasta con l’ombra di fondo ed esalta il suo volto perfetto.

L’abito rosso è spettacolare: un tripudio di increspature, ricami e nastrini
, completato al collo da un velo plissettato. Straordinari anche i gioielli: la cintura in pietre dure, lo smeraldo all’anulare, il cerchio fermacapelli in oro, perline e pietre preziose, la collana di perle col pendente al centro del quale brilla un rubino.

Su tutti però spicca la catena d’oro sulle cui maglie scorrono le parole “Sans fin amour dure” (L’amore dura senza fine), un motto che è una dichiarazione d’amore per il suo sposo, ma anche simbolo dell’amore di Dio per l’umanità, ribadito dalla presenza del libro di preghiere posato sulla gamba di Lucrezia.

5-Anna Maria Luisa de’ Medici: la visionaria che ha “salvato” gli Uffizi

Ultima erede della dinastia medicea, Anna Maria Luisa de Medici, l’Elettrice Palatina fu ritratta da Jan Frans van Douven e da altri pittori di corte. È ricordata come figura storica fondamentale per la tutela del patrimonio artistico toscano.

Fu lei infatti, con il Patto di Famiglia del 1737, a garantire che le collezioni medicee restassero a Firenze “per ornamento dello Stato, per utilità del pubblico e per attirare la curiosità dei forestieri”, andando così a creare le Gallerie degli Uffizi. 

Unica figlia del Granduca Cosimo III e della principessa Margherita Luisa d’Orléans, sposò nel 1690 Giovanni Carlo Guglielmo I. Tornò a Firenze alla morte del marito, e senza figli, nel 1716. Con la morte del padre Cosimo III il trono toscano passò alla casata francoaustriaca degli Asburgo-Lorena. Rimasta unica erede del patrimonio dei Medici trovò l’accordo con i Lorena per salvare la gran parte delle opere d’arte appartenenti alla casata.

 

Fonte intoscana.it

© Riproduzione riservata.
Condividi: