Dopo la mostra del 2006 al Palazzone, la città sembrava essersi dimenticata della sua figlia illustre. L’assessore Bianchi accoglie la proposta di dedicarle un’esposizione permanente lanciata dalla presidente di Italia Nostra Laura Comi
di Simona Pacini

Nel 2006 il Palazzone di Colle di Val d’Elsa ospitò una mostra degli abiti realizzati da Albertina, allestita grazie agli allievi del corso di Moda dell’istituto Cennini, con l’organizzazione della Pro Loco.
Albertina è stata una stilista colligiana (maglierista, come si definiva lei stessa). Che ha lasciato la propria impronta nel mondo della moda internazionale grazie al modo particolare in cui intendeva la lavorazione della maglia. I suoi cappotti, i suoi tailleur, tutti i suoi capi, sono lavorati in un pezzo unico, senza cuciture. Eccetto quelle necessarie per unire alcune parti. Nata a Colle Val d’Elsa nel 1921, morì nel 2009 a Roma, dove si trasferì a trent’anni e dove aprì il suo primo atelier.
Proprio la Capitale nel 2005 le ha dedicato una importante mostra all’interno di palazzo Wedekind, dal titolo “Albertina, Un filo di lana lungo sessanta anni”. Della quale è stato pubblicato un catalogo curato da Nora Villa e Mariella Passerini, entrambe giornaliste e studiose di moda.
Albertina in mostra a New York con Valentino e Coco Chanel

Dal 1983 il Metropolitan Museum di New York ospita una selezione delle sue creazioni in un’esposizione permanente dedicata all’Alta Moda. Che comprende, oltre ai capi di Albertina, solo quelli di Valentino e di Coco Chanel. I disegni degli abiti sono conservati al Centro Studi Archivio Comunicazione dell’Università di Parma.
A Colle invece, dopo l’evento del 2006, Albertina Giubbolini sembra quasi essere stata dimenticata. Inoltre molti colligiani, specialmente tra i più giovani, non ne conoscono nemmeno l’esistenza.
Per questo Laura Comi, presidente di Italia Nostra Siena, ha lanciato la proposta di dedicare un museo permanente alle splendide creazioni in maglia di Albertina anche nella sua Colle.
Un’idea raccolta dall’attuale assessore al Turismo Cristiano Bianchi che individua nel palazzo dei Priori il luogo più adatto per ospitare l’esposizione.
Anche a Colle l’idea di ospitare le creazioni della “maglierista”

Bianchi ritiene anche che, seguendo le direttive della Regione in merito alla creazione di reti della cultura, si possa aprire una collaborazione con il Museo del Tessuto di Prato. Per legare il nome di Albertina al turismo industriale che proprio in questi anni sta manifestando una grande vitalità.
Anche il suo predecessore Curzio Bastianoni, che nel 2006, quando fu fatta la mostra, era presidente del Polo Universitario (progetto dell’Ateneo senese con il Comune di Colle), sposa l’idea di un’esposizione permanente nel nome di Albertina, con la collaborazione dei familiari. L’attività della stilista fu curata dopo la sua scomparsa dalla sorella Maura con la figlia Gioia Salvini. In più propone l’organizzazione di un evento annuale sul tema della moda per mantenere vivo il dibattito su questa figura di colligiana illustre.


Nel 1980 Albertina ricevette il Premio Arnolfo dalla Pro Loco di cui era presidente l’ingegner Franco Salvetti. Concretizzando così quanto tentato già nel 1967 da un giovanissimo Meris Gelli, a capo dell’Associazione Colle Nuova.
Il nome di Albertina ha ricominciato dunque ad echeggiare tra le strade della sua Colle e sui social. Intanto siamo andati in cerca di testimonianze dirette, contattando sia chi aveva conosciuto la stilista in vita. Sia chi possiede ancora un capo da lei firmato. Scoprendo che in molti colligiani la memoria di questa donna eccezionale è ancora ben viva.
I capi tramandati come gioielli di famiglia

I coniugi Martini, Gabbriello e la moglie Paola Fiaschi, erano molto vicini sia ad Albertina che alle sorelle Maura ed Anna, che aiutavano nelle incombenze burocratiche. Entrambi esibiscono con orgoglio i capi ricevuti in dono dalla stilista come ringraziamento. Un tailleur blu da donna, una giacca verde smeraldo, due giacche blu da uomo.
«Era un vero genio della maglieria». dicono. «Tanto che veniva chiamata la Coco Chanel della maglia. È un peccato che i giovani non la conoscano».
Anche Alessandra Castellini ha ricevuto in dono un cappottino di Albertina in lana azzurra. Le è arrivato dalla sorella Antonella che lo aveva ereditato da una zia del marito, Liliana Bimbi. La cui famiglia gestiva un negozio di generi alimentari in piazza Nuova all’angolo con via Mazzini.
Laura Comi, la presidente di Italia Nostra Siena autrice della proposta del museo permanente per Albertina, possiede due cappotti della stilista, ricevuti da amiche della madre. Mentre Anna di Poggibonsi sfoggia nelle grandi occasioni un elegante giaccone rosso della stessa firma.
Il viaggio nella memoria alla ricerca delle testimonianze su questa figlia illustre di Colle è iniziato. Ora vedremo fin dove porterà.





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