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Michela Murgia, voce libera del XXI secolo

"Qualcosa nell'aria di Poggibonsi mi ha indotta ieri a confessare molte più cose di quante non ne abbia mai scritte...

“Qualcosa nell’aria di Poggibonsi mi ha indotta ieri a confessare molte più cose di quante non ne abbia mai scritte. Non so dire se sia stato merito del libraio Bernardo, inatteso cantante di gospel, o del fatto che mi sono trovata davanti Francesco del Casino, mitico iniziatore della tradizione dei murales di Orgosolo. Ma credo sia stato soprattutto merito dell’affetto delle decine di persone che ieri hanno invaso la libreria per parlare con me di come va in frantumi un’idea troppo rigida di comunità. Grazie a tutti!”, dalla pagina Facebook di Michela Murgia 21/10/2012

È morta nella notte di San Lorenzo la scrittrice Michela Murgia. Nata nel 1972 in provincia di Oristano, a Cabras, prima di dedicarsi alla scrittura aveva svolto diverse attività tra cui venditrice telefonica. Proprio questa esperienza le aveva ispirato Il mondo deve sapere (2006), romanzo tragicomico sul mondo dei call center.

Legata profondamente alla sua terra, la Sardegna, con ‘Accabadora’ (2009, Einaudi) aveva vinto il premio Campiello nel 2010. La sua ultima pubblicazione, edita con Mondadori la scorsa primavera, è stata ‘Tre ciotole. Rituali per un anno di crisi’.

Nel 2012 era stata a Poggibonsi ospite della libreria Il mondo dei libri ed aveva ammaliato tutti i presenti con la sua travolgente energia e ironia.

Michela Murgia, politica e scrittura

Di matrice cattolica, nel 2014 si era candidata alla presidenza della Regione Sardegna, arrivando terza con il 10% circa delle preferenze. Alle elezioni europee del 2019, aveva sostenuto La Sinistra (LS).

Lo scorso maggio, pochi giorni dopo aver pubblicamente informato del suo stato di salute, in un post su Instagram aveva scritto: “La queerness familiare è una cosa che esiste e raccontarla è una necessità sempre più politica, con un governo fascista che per le famiglie non riconosce altro modello che il suo”. Tali dichiarazioni avevano creato un contenzioso con il premier Giorgia Meloni.

Combattente e decisa in tema di diritti, con particolare riguardo per le tematiche femministe e LGBTQ+, Michela Murgia ha collaborato con testate giornalistiche e radiofoniche. Con la scrittrice Chiara Tagliaferri ha realizzato il podcast Morgana, sul racconto di donne controcorrente e rivoluzionarie.

A luglio con rito civile si è sposata “in articulo mortis” con il regista Roberto Terenzi. “Lo abbiamo fatto controvoglia: se avessimo avuto un altro modo per garantirci i diritti a vicenda – aveva scritto sempre su Instagram – non saremmo mai ricorsi a uno strumento così patriarcale e limitato, che ci costringe a ridurre alla rappresentazione della coppia un’esperienza molto più ricca e forte, dove il numero 2 è il contrario di quello che siamo”. Con la sua famiglia queer, circondata dalle persone del suo cuore e dagli amici più cari tra cui Roberto Saviano, aveva festeggiato nel giardino di casa. Tutti, nel segno dell’inclusione, indossavano vestiti bianchi.

Era  affetta da carcinoma renale al quarto stadio. I funerali di Michela Murgia si terranno domani, 12 agosto, alle 15.30 nella Chiesa degli artisti di Piazza del Popolo a Roma.

Le sue ultime dichiarazioni

“Non ho paura di morire. Ho cinquant’anni, ma ho vissuto dieci vite. Ho fatto cose che la stragrande maggioranza delle persone non fa in una vita intera. Cose che non sapevo neppure di desiderare. Ho ricordi preziosi. Ricordatemi come vi pare. Non ho mai pensato di mostrarmi diversa da come sono per compiacere qualcuno. Anche a quelli che mi odiano credo di essere stata utile, per autodefinirsi. Me ne andrò piena di ricordi. Mi ritengo molto fortunata. Ho incontrato un sacco di persone meravigliose. Non è vero che il mondo è brutto; dipende da quale mondo ti fai”. Michela Murgia

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