By Viomart

Cassandra a Mogadiscio è un diario dell’anima, uno squarcio nel passato ancestrale dell’autrice che diventa testimonianza di una storia da ricostruire e voce di un presente che ne è ferito.
Biografia nella biografia quindi. Una lettera a Soraya, la nipote, diventa una lettera della scrittrice a se stessa. Alla ricerca della propria storia, alla scoperta delle più intime origini. Il discorso si fa poesia nonostante proprio nella genesi familiare ci siano le brutture della Storia, le dittature militari, i colonialismi più biechi e le fughe forzate. La diaspora di un popolo è cesura di una intimità familiare perduta e caparbiamente ricercata nei ricordi della madre, nelle parole in somalo che Igiaba Scego introduce delicatamente nel discorso. Parole della nostalgia, parole degli affetti familiari, vocabolario di un’infanzia non vissuta nella terra materna e per questo fortemente ricercato. Come ultimo cordone ombelicale per ritrovare le proprie radici.
Cassandra condanna e amore per l’Occidente
Cassandra a Mogadiscio è un atto di condanna verso l’Occidente e allo stesso tempo una dichiarazione d’amore per l’Italia, paese di nascita della scrittrice. L’Italia colonizzatrice (e smemorata) è anche l’Italia di Dante, Petrarca e Boccaccio, l’Italia di Bella Ciao. L’italiano, che splende come una cometa, è diventata la lingua degli affetti. Il linguaggio di Igiaba Scego si orna di un lessico traslato, parole sradicate dall’originario contesto arricchiscono un altro campo semantico, quello del cuore, alla perenne ricerca di una guarigione impossibile.
La grande Storia, con poliedrici movimenti travolgenti, interseca il corso di vite comuni provocando fratture nel tempo e nello spazio. Le ferite dell’anima sono anche ferite nel corpo. Ecco che la mutilazione dei genitali femminili lacera la memoria, le parole razziste che paralizzano e soffocano il respiro, diventano incomprensibili umiliazioni che portano alla fuga. Le atroci crisi bulimiche liberano anima e corpo da vuoti insostenibili.
Igiaba Scego, contemporanea Cassandra che vede il Jirro (malattia) sovrastare i continenti, parla del nostro passato nostro presente e spera in un futuro diverso.
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