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Falso avvocato e finto carabiniere per tentare la truffa

Hanno tentato la truffa spacciandosi per un falso avvocato e in finto carabiniere. Ma la vittima prescelta, una signora anziana, non ha

Hanno tentato la truffa spacciandosi per un falso avvocato e in finto carabiniere. Ma la vittima prescelta, una signora anziana, non ha abboccato. E ha chiamato i carabinieri, quelli veri. Così i Carabinieri della Compagnia di Poggibonsi hanno arrestato in flagranza un giovane di 24 anni di Napoli. E denunciato una donna, 45 anni anche lei campana. La mattina del 4 luglio avrebbero messo in atto una tentata truffa aggravata. Appunto con l’espediente del “finto avvocato/Carabiniere” ai danni di una persona anziana.

La tecnica, oramai consolidata e nota, è sempre la stessa. Il telefono fisso dell’anziano squilla. La donna risponde a all’altro capo un tizio si qualifica come avvocato. E in breve le riferisce che il figlio/nipote ha causato un incidente d’auto. Si trova per questo in caserma e, per poter evitare che finisca in cella servono soldi per la cauzione.

Per assicurarsi che la vittima venga completamente isolata dal mondo esterno, la persona che chiama al telefono le chiede di avere il proprio numero di cellulare. È qui, le viene detto, che sarà contattata dal maresciallo che si sta occupando del caso.

Dopo poco il cellulare squilla e il finto maresciallo comunica alla vittima che a breve giungerà a casa sua un “collaboratore” al quale dovrà dare soldi e gioielli.

Pochi minuti dopo, alla porta della vittima si presenta il “collaboratore” al quale, l’ignara vittima consegnerà fiduciosa e speranzosa soldi e gioielli.

Raggiunto l’obbiettivo, i malviventi fanno perdere le loro tracce a bordo di auto prese a noleggio da terze persone/società compiacenti, cercando così di eludere le indagini.

Ad aspettare il falso carabiniere, i “colleghi” veri che lo arrestano

Così è successo una signora di Poggibonsi. Verso le 11 del 4 luglio alla Centrale Operativa dei Carabinieri è arrivata la richiesta di aiuto di una donna che riferiva di aver ricevuto la telefonata di un avvocato. Che la informava che suo figlio aveva causato un grave incidente e che si trovava in una caserma dei Carabinieri. Per potergli evitare il carcere, avrebbe dovuto pagare 5.000 euro.

Determinante la rapidità dell’intervento. L’operatore della Centrale, dopo aver tranquillizzato la donna, faceva convergere presso la sua abitazione due Carabinieri della Stazione di Poggibonsi in abiti civili. I due si appostavano in attesa del preannunciato arrivo del “collaboratore”. In posizione anche una pattuglia dell’Aliquota Radiomobile che attendeva defilata ma vicina all’abitazione.

Alle 12 circa, ecco suonare a casa della signora il presunto emissario, con lo scopo di ritirare soldi e gioielli. Entrato in casa chiedeva alla signora, senza preamboli, la consegna della “cauzione”. Ma, al momento di afferrare il “bottino”, veniva bloccato dai militari.

L’uomo, un ventiquattrenne di Napoli, veniva così condotto presso la Compagnia Carabinieri di Poggibonsi per gli atti di rito. Quindi rinchiuso presso la Casa Circondariale di Siena, così come disposto dall’Autorità Giudiziaria senese.

La complice si era data alla fuga, ma è stata fermata

L’attività dei militari, tuttavia, continuava. L’arrestato, infatti, doveva contare anche su un complice, che nei paraggi lo aspettava su un’autovettura. Grazie ai successivi e rapii accertamenti i militari riuscivano, in effetti, ad identificare una donna di 45 anni sempre di origini campane. Lei, non avendo visto tornare il complice si era già allontanata da Poggibonsi a bordo di un’autovettura a noleggio. La donna, veniva così deferita in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Siena, per tentata truffa aggravata, in concorso con il giovane arrestato.

All’udienza del 7 luglio il Giudice per le Indagini Preliminari (Gip) del Tribunale di Siena ha convalidato l’arresto del 24enne. E ha disposto nei suoi confronti l’applicazione della misura cautelare dell’obbligo di dimora nel comune di residenza. Oltre al divieto di allontanamento notturno dal domicilio e l’obbligo di presentazione quotidiana alla Polizia Giudiziaria.

Ricordano i carabinieri che in casi del genere la prima cosa da fare è chiamare il numero unico di emergenza 112. Nell’attesa dell’arrivo delle Forze di Polizia, non aprire la porta a sconosciuti né, a maggior ragione, consegnare loro soldi o beni.

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