Una mattina come tante che per una barista di Poggibonsi si è trasformata in un incubo. Minacciata per due volte con un coltello da un ventenne, forse lo stesso della lite all’ora dell’aperitivo di due giorni fa.
A raccontare al nostro giornale i drammatici momenti accaduti giovedì mattina (29 giugno) è la stessa titolare del bar che si trova a pochi passo dal centro.
«Siamo arrivati al bar con mio marito come sempre poco prima delle 7. Qualche minuto dopo entrarono due ragazzi molto sporchi. Uno aveva pure un braccio tutto escoriato e sanguinante. Uno dei due, quello più grande, iniziò a urlare dicendomi di andare a casa, che non dovevo stare al bar truccata. In maniera molto insistente mi diceva di andare via».
I due erano strani, quello che urlava «era visibilmente alterato, forse per l’uso di droga pesante», continua la donna ancora turbata.
Ad un certo punto «presero una bibita dalla colonna frigo. Ma non volevano pagare. Il solito ragazzo continuava a fare discorsi sconclusionati. Io e mio marito abbiamo iniziato a dirgli di pagare e andarsene. Ma lui per tutta risposta ha iniziato a picchiare sul banco e a dire che non avrebbe pagato perché non aveva soldi. E per dimostrarlo rovesciò il borsello sul bancone»
Il ventenne tira fuori un grosso coltello
Dal borsello non escono i soldi, ma cade la carta d’identità del ragazzo che sarà poi consegnata dalla donna agli agenti del commissariato di polizia di Poggibonsi dove andrà a sporgere denuncia.
«Mentre succede tutto questo urlo a mio marito di chiamare il 112. Il tipo nonostante tutto, continua imperterrito e senza controllo a offendermi e picchiare sulla vetrina. E allora anche io mi arrabbio e iniziò a urlare. Ed è a questo punto che il tizio tira fuori un coltello e mi minaccia. Per ben due volte».
Le urla fanno scappare i due. Scappa anche un cliente che si era affacciato per prendere un caffè. Per fortuna che era presto, era una mattina tranquilla, e che non c’era tanta gente.
«L’avrei voluto affrontare, ma non so come sarebbe andata a finire per me»
Per sporgere denuncia la donna porta la carta di identità del ragazzo, descrive minuziosamente i due, come erano vestiti e quali caratteristiche fisiche avevano. «Sono stata lì per 2 ore. Poi ad un certo punto entra un poliziotto e mi dice che lo hanno ammanettato. Questo delinquente e il suo amico erano già noti alle forze dell’ordine».
La barista quel momento carico di adrenalina se lo ricorderà per sempre. «Provavo rabbia, una rabbia incontrollabile. Se non ci fosse stato mio marito l’avrei affrontato. Sarei andata a picchiarlo. E forse non so come mi sarebbe andata a finire, forse non sarei stata qui a raccontarlo».
«È finita bene, ma la paura che abbiamo avuto non si può immaginare», conclude la barista.
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