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Simone Ciarlone, nascita di un artista poggibonsese

"Col canto cerco di sfogliare il libro dei miei pensieri, sentimenti e delle mie emozioni, cosa che in alcuni contesti non farei a parole"

Passione, talento ed ingegno caratterizzano l’estro musicale del giovane poggibonsese Simone Ciarlone. A soli diciassette anni canta e suona al pianoforte e alla chitarra elettrica le emozioni del cuore e le inquietudini della vita. Nelquotidiano.news lo ha intervistato per testimoniare il suo talento.

Come è nata la passione per la musica?

Fin da piccolo, la musica è sempre stata presente nella mia vita. Mio padre suonava e tutt’ora suona il pianoforte e canta. È stato lui che mi ha introdotto in questo mondo. Inoltre mia nonna mi insegnava spesso delle canzoncine per bambini ed io le ripetevo, ed è anche cosi che ho sviluppato un bell’orecchio. Però la cosa si è intensificata di recente, quando ho scoperto che mi piaceva suonare il pianoforte e cantare, e quando ho realizzato tutte le possibilità che la musica poteva offrire non mi sono tirato indietro. Principalmente sono un patito di musica pop, però qualche volta un po’ di musica classica non fa mai male, sia chiaro.

Quali sono i motivi che ti hanno spinto a cantare?

Ho sempre cantato durante tutto l’arco della mia vita, inizialmente per gioco ed occasionalmente, poi sempre più spesso e seriamente, fino a quando, due anni fa, decisi di iniziare a prendere lezioni di canto. Cantare mi ha sempre fatto bene, perché è una valvola di sfogo assurda, poi è sempre intrigante cimentarmi nelle canzoni dei miei cantanti preferiti. Col canto cerco di sfogliare il libro dei miei pensieri, sentimenti e delle mie emozioni, cosa che in alcuni contesti non farei a parole.


Hai recentemente pubblicato su Spotify I Am The One che i nostri lettori possono ascoltare su https://open.spotify.com/artist/08JQtZi7s9A42NeRSKcocK?si=8uGtZQS-QKeAOYQqUI7NSQ e su https://youtube.com/@simoneciarlone. Ci puoi spiegare il significato di questa canzone?

I Am The One nasce dal bisogno di esternare le mie emozioni. Ero appena uscito da un’estate abbastanza accesa e volevo chiuderla con una canzone che mi ricordasse le sensazioni estive e allo stesso momento raccontasse una storia.

Quella storia è nata da una situazione fittizia, dove io ho immaginato di innamorami di una ragazza e di volerle dedicare questo pezzo. Ho riportato tutti i momenti principali di questo innamoramento: da quando l’ho conosciuta a novembre, di come lei non mi sia piaciuta subito. Mentre eravamo in spiaggia a guardare i fuochi d’artificio, lei si è commossa. Da qualla lacrima è nato l’amore. Descrivo con la musica e con le parole come lei mi fa sentire e di come io voglia averla accanto. I Am The One parla di lei e le prometto che nonostante tutto io ci sarò.

Ripeto è una storia inventata di sana pianta, che però rappresenta il mio amore per la vita, per l’estate, per la libertà, per la musica. Insomma, I Am The One, ovvero Io lo sono, io sono quello giusto per te, è un inno all’amore da dedicare alla propria amata, ad un amico o ai propri cari.


A quali modelli musicali ti ispiri?

I miei principali modelli musicali sono Ed Sheeran, artista del quale sono patito ormai da
tanti di quegli anni; i Coldplay, i Pinguini Tattici Nucleari, Billie Eilish. Per I Am The One mi sono ispirato ad un artista straniero, Blanks (Simon de Wit).

Puoi raccontarci della tua formazione musicale?
Ho sempre imparato con l’istinto e l’esperienza fin da quando sono bambino, però ho deciso di salire un gradino e iniziare a prendere lezioni di canto nel 2021 nella Scuola Pubblica di musica di Poggibonsi. Pianoforte invece l’ho suonato alle medie come da curriculum, a livello molto basilare. Ho imparato da autodidatta pezzi di Mozart, Beethoven e altri artisti contemporanei. Nel 2019 ho iniziato a frequentare le scuole superiori e le lezioni di pianoforte. Attualmente, non faccio più pianoforte, ma chitarra elettrica che ho studiato per un anno da autodidatta.


Quali difficoltà hai dovuto incontrare?

Per un problema agli occhi, non riesco a vedere molto bene. Per esempio, per gli spartiti di pianoforte, non ho mai potuto utilizzare la carta poiché i caratteri stampati sono troppo piccoli, però ho risolto con un pratico iPad che mi ingrandisce tutti i testi.

Poi, col mio campo visivo ridotto, avere un’overview della tastiera completa del piano è pressoché
impossibile, quindi ho dovuto anche imparare parti di tastiera a memoria muscolare. Stessa cosa per i testi delle canzoni, ma per fortuna l’iPad viene sempre in mio soccorso per l’ingrandimento del carattere.
Ovviamente, stare al pc per tante ore è faticoso e alcuni programmi non consentono lo zoom
dell’interfaccia, quindi questa è una grande difficoltà.


Quali sono i tuoi sogni?

Il mio percorso di studi è incentrato sull’informatica e la tecnologia, e dopo la laurea
vorrei lavorare come programmatore professionale, ciò non significa che non farò più musica. Anzi, porterò avanti i miei progetti e ho in mente di costruirmi un bello studio con tanta attrezzatura professionale per produrre musica di qualità e condividerla al mondo, non obbligatoriamente con scopo di lucro sia chiaro. La musica resterà una mia passione ma non voglio che diventi il mio lavoro.


Cosa significa per te la musica?

La musica per me è un canale di sfogo per quando sono stressato o nervoso. È anche un modo per dimostrare al mondo che con tutte le difficoltà che ho, riesco sempre a lasciare qualcosa alle
persone e che riesco a “spaccare” ugualmente. Inoltre la musica è nella mia vita ogni giorno ed
è qualcosa che fa da protagonista, quasi come un’entità onnipresente che mi sorregge e mi sostiene
sempre e comunque.
Quando canto e suono mi sento libero, svincolato da tutto e tutti e, soprattutto quando suono dal vivo, sento come dei ponti emotivi che mi collegano agli altri e mi permettono di comunicare, quasi telepaticamente, ciò che io ho dentro senza filtri o inganni.

Quando canto mi sento come un leone, non ho paura, vergogna, risentimento. Mi diverto, sono felice e volo verso un mondo che magari mi fa provare sensazioni che neanche sapevo di poter provare.


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