Carburanti comprati e venduti senza pagare l’Iva. I militari del comando provinciale della Guardia di Finanza di Firenze hanno arrestato due amministratori di una società con sedi nelle province di Firenze e Pisa. L’ipotesi è di frode fiscale nella compravendita di carburante. Ai due sono stati sequestrati denaro, beni mobili e immobili di proprietà o nella disponibilità per 3,8 milioni di euro, pari all’IVA che si ipotizza evasa in un quadriennio.
L’attività investigativa è stata condotta dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Firenze. Le indagini hanno riguardato un sistema che avrebbe consentito alla società di acquistare prodotti petroliferi a prezzi bassissimi, grazie all’IVA evasa. A vendere erano una ventina di aziende fornitrici ritenute “cartiere” e situate in Lombardia, Lazio, Campania, Piemonte, Liguria, Emilia Romagna e Veneto. Il carburante, acquistato e stoccato nei propri depositi, veniva poi rivenduto a prezzi altamente concorrenziali ad alcune pompe bianche dislocate nel territorio toscano. Con margini di guadagno elevati rispetto alla media del mercato di settore. Questo quanto emerso sulla base degli elementi di prova sinora raccolti. E secondo l’ipotesi vagliata dal gip del Tribunale di Firenze nel provvedimento in corso di esecuzione.
Carburanti comprati e rivenduti con l’evasione dell’Iva
La complessa attività investigativa ha consentito di identificare i fornitori interposti. A loro volta indagati per dichiarazione fraudolenta mediante utilizzo nonché emissione di fatture per operazioni ritenute inesistenti. E ha permesso i rilevare quelli che, all’esito dell’indagini, sono stati ritenuti responsabili dell’indebito. Ovvero i destinatari del provvedimento di sequestro milionario. E della misura interdittiva di sei mesi dall’ufficio di amministratore, sindaco, liquidatore, direttore generale e dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari. Nonché ogni altro ufficio con potere di rappresentanza della persona giuridica o dell’imprenditore.
Nel corso delle operazioni, sono stati sottoposti a sequestro conti correnti bancari, quote societarie, nonché diversi autoveicoli e immobili.
Il procedimento è comunque attualmente pendente in fase di indagini preliminari. E l’effettiva responsabilità della persona, in uno con la fondatezza dell’ipotesi d’accusa mossa a suo carico, sarà vagliata nel corso del successivo processo. Non si escludono ulteriori sviluppi investigativi e probatori, anche in favore della persona sottoposta a indagini.
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