In Toscana la ‘doggy bag’ non è più un tabù: 4 su 10 portano a casa gli avanzi del ristorante

Coldiretti: "Tra rincari e taglio del potere di acquisto sono in crescita coloro che fanno ricorso al contenitore per il cibo non consumato"
vie del food roma

FIRENZE – La ‘doggy bag’ non è più un tabù per i toscani: quattro su dieci portano a casa gli avanzi dal ristorante o la bottiglia di vino non finita. “Con il taglio del potere di acquisto determinato dalla spinta dei rincari energetici e la necessità di ridurre gli sprechi, sono in crescita coloro che fanno ricorso alla cosiddetta doggy bag, il contenitore per recuperare il cibo non consumato ed evitare così che venga buttato”. E’ quanto emerge da un’indagine condotta da Coldiretti e Ixè, secondo cui il numero di persone che non lascia gli avanzi nel piatto quando va a mangiare fuori è praticamente raddoppiato rispetto a 10 anni fa. “Con l’inflazione che ha raggiunto livelli record- rileva Coldiretti Toscana- per molte famiglie è diventato indispensabile ridurre al massimo gli sprechi. Una situazione che costringe così sempre più persone a superare l’imbarazzo e chiedere di portare via quanto rimasto sul piatto per consumarlo successivamente tra le mura domestiche”.

doggy bag, per molte famiglie è diventato indispensabile ridurre al massimo gli sprechi”

La doggy bag, inoltre, “è spinta anche da una nuova sensibilità verso la riduzione degli sprechi alimentari, oggi resa tanto più necessaria dalla crisi economica, adottando strategie che vanno dal ritorno in cucina degli avanzi a una maggiore attenzione alla data di scadenza, fino alla spesa a chilometri zero dal campo alla tavola con prodotti più freschi che durano di più”. Di fronte a questa nuova esigenza, spiega l’associazione di categoria, “la ristorazione si attrezza e in un numero crescente di esercizi, per evitare imbarazzi, si chiede riservatamente al cliente se desidera portare a casa il cibo o anche le bottiglie di vino non finite e si mettono a disposizione confezioni o vaschette ad hoc”.

Fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it

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