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Tornano in Valdelsa i Corali rubati di San Lucchese

Tornano in Valdelsa i Corali rubati di San Lucchese. Appartenenti alla basilica del patrono di Poggibonsi, i Corali furono trasferiti in Duomo a

Tornano in Valdelsa i Corali rubati di San Lucchese. Appartenenti alla basilica del patrono di Poggibonsi, i Corali furono trasferiti in Duomo a Colle Val d’Elsa. Adesso tornano nel museo diocesano San Pietro di Colle. Lo racconta il sindaco David Bussagli sulla propria pagina Facebook. «Sono tornati in Valdelsa e sono straordinariamente belli», dice Bussagli.

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«Oggi pomeriggio sono stati formalmente restituiti al museo diocesano San Pietro i Corali del ‘400 di San Lucchese. Trasferiti in Duomo a Colle nella seconda metà dell’800, furono danneggiati nel 1932 e poi rubati nel 1982».

Oggi, continua Bussagli, «una parte di questo patrimonio è stato restituito grazie al prezioso lavoro del Nucleo di Tutela del Patrimonio culturale dell’Arma dei Carabinieri. È un patrimonio storico importante che la nostra comunità dovrà conoscere. Ci impegneremo insieme alle autorità competenti perché possa realizzarsi nei prossimi mesi una mostra temporanea in quanto permanentemente non possono essere esposte, nella nostra città».

I Corali fanno parte di una serie di opere recuperate dai Carabinieri di tutela del patrimonio. Opere che nel 2020 furono esposte agli Uffizi di Firenze. Libri antichi e preziosi come il minuscolo Ufficio dei Morti appartenuto a Papa Leone X de’ Medici, i grandissimi Corali, le pergamene finemente illustrate e decorate dai alcuni dei più grandi maestri del Medioevo e del Rinascimento.

Nel 2020 una mostra agli Uffizi sulle opere ritrovate

La mostra “Storie di pagine dipinte. Miniature recuperate dai Carabinieri” organizzata dalle Gallerie degli Uffizi comprendeva circa quaranta opere, recuperate dopo il furto dallo speciale comando dell’Arma.

I manoscritti e le singole pagine miniate in mostra attraversano la grande stagione di produzione libraria dell’Italia centrale dal Duecento al Cinquecento: provengono da Castelfiorentino, Colle di Val d’Elsa, Firenze, Perugia e Pistoia. E le miniature sono opera di artisti importantissimi come il Maestro di Sant’Alessio in Bigiano, che malgrado sia ancora anonimo era a capo della bottega più attiva in Toscana nell’ultimo quarto del XIII secolo. Pacino di Buonaguida (uno dei primi e più dotati tra i seguaci di Giotto). Fino ad Attavante degli Attavanti e Gherardo e Monte di Giovanni, illustratori di libri di fama internazionale ai tempi di Lorenzo il Magnifico.

La bellezza e il pregio delle opere esposte non è la sola attrazione di questa mostra: la sua spettacolarità sta nella storia dei furti e dei recuperi di cui è protagonista ogni volume, ogni singola pagina, ogni miniatura ritagliata.

I Corali di San Lucchese: rubati per ben due volte

Tra queste i corali provenienti dal convento dei Minori Osservanti di San Lucchese a Poggibonsi, oggetto di ben due furti, negli anni Trenta del ‘900 e poi di nuovo nel 1982. Gli oltre venti volumi dell’abbazia benedettina di Montemorcino in Umbria che, trasferiti nell’abbazia di Monte Oliveto Maggiore ad Asciano, vennero rubati nel 1975. L’Ufficio dei Morti di Leone X de’ Medici, prezioso ed elegante come si conveniva a quel papa, raffinato intellettuale.

La rassegna non esclude le opere sfregiate, le pagine da cui sono state ritagliate le miniature, i fogli strappati dai codici. Ed è quindi un’occasione per pensare al furto di questi manufatti non solo come a una sottrazione di un bene comune. Ma come una violenza che va dritta al cuore della nostra cultura e che attacca i testi, la nostra lingua, le pitture che la accompagnavano.

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