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Dagli scavi di Tavarnelle spunta un morto

Dagli scavi di Tavarnelle spunta un morto. Gli archeologi hanno portato alla luce una sepoltura: potrebbe trattarsi della traccia di vita più

Dagli scavi di Tavarnelle spunta un morto. Gli archeologi hanno portato alla luce una sepoltura: potrebbe trattarsi della traccia di vita più antica del sito.
Prosegue il viaggio nel tempo per il Chianti. Il team di archeologi ha portato alla luce una sepoltura. Potrebbe essere fra le tracce di vita più antiche del sito nell’area adiacente alla Pieve di San Pietro in Bossolo. L’attività si inserisce nel terzo anno della campagna di scavi. Che è promossa e finanziata dal Comune di Barberino Tavarnelle, ottenuta in concessione dal Ministero per i Beni Culturali.

«Fra i dati più interessanti di questa campagna – dichiara l’archeologa Chiara Marcotulli – che provengono dagli strati attualmente più profondi, possiamo considerare il ritrovamento di una sepoltura non ancora messa completamente in luce. E di alcuni frammenti di ceramica di epoca almeno tardo antica, insieme a laterizi dello stesso periodo, che si trovano in livelli di crollo o riempimento».

«La sepoltura dimostra di essere, stratigraficamente, precedente ad alcuni dei setti murari messi in luce già dai primi anni – spiega – e potrebbe, quindi, essere fra le tracce di vita più antiche di questo sito. Al punto in cui siamo, non è ancora possibile definire sesso ed età, al momento della morte, di questo nostro antenato, perché le ossa dovranno essere studiate con estrema attenzione in laboratorio».

Tre anni di scavi per insediamenti dal periodo romano al Medioevo

Le strutture messe in luce nel corso dei tre anni di scavo mostrano varie tecniche murarie. Testimoniano fasi di vita (e molto probabilmente epoche costruttive) diverse. Ancora non è possibile chiarire se queste siano riferibili ai due castelli citati dalle fonti scritte, XI e XIII secolo. Quelle in relazione alla Pieve di San Pietro in Bossolo o, addirittura, a edifici di epoca più antica.

Ci sono ancora molte domande cui dare risposta. Ma i dati attualmente a disposizione degli archeologi della Società Cooperativa Laboratori Archeologici San Gallo di Firenze dimostrano le potenzialità del sito di San Pietro in Bossolo per la conoscenza delle dinamiche insediative del territorio nel periodo dall’epoca romana al Medioevo.

«Il ritrovamento dello scheletro umano è un elemento di grande interesse di questa terza sessione di scavi. Ma non è l’unico», precisa il sindaco David Baroncelli. «La campagna dà ottimi risultati. A partire dall’estensione del sito, della struttura di cui proprio alcuni giorni fa è venuto alla luce un nuovo segmento murario. Attraverso l’indagine stratigrafica che fa intuire la monumentalità dell’edificio posto in quest’area della campagna di Tavarnelle».

Il progetto culturale messo in campo dal Comune, incentrato sulla realizzazione di un intervento di archeologia pubblica, vuole essere anche un’attività da condividere con la comunità.

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