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Strangolata per soldi: 2 arresti e una denuncia per l’81enne uccisa a Siena

È stata strangolata con un laccio da scarpe. Volevano i soldi di Anna Maria Burrini, 81 anni, uccisa tre giorni fa a Siena in

È stata strangolata con un laccio da scarpe. Volevano i soldi di Anna Maria Burrini, 81 anni, uccisa tre giorni fa all’interno della propria abitazione in largo Sassetta, fuori Porta Ovile, a Siena. Ad essere accusati sono un uomo e una donna di origini ucraine, rispettivamente di 39 e 25 anni, zio e nipote, fermati per concorso in rapina aggravata ed omicidio doloso. Denunciato in stato di libertà per gli stessi reati, un uomo di 23 anni, nato e residente a Siena. Il risultato è arrivato in 48 ore a seguito delle serrate indagini avviate dalla Polizia di Stato e coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Siena.

L’uomo, 34 anni, saldatore, residente a Monteriggioni, aveva abitato con l’anziana per quasi 7 mesi durante il il lockdown. Come ha confessato la nipote di 25 anni, donna delle pulizie, sarebbe stato lo zio a stringere il laccio da scarpe al collo della pensionata. Fino a toglierle il respiro. Entrambi sono stati fermati per il concorso nell’omicidio e ora si trovano a Sollicciano. Il 34enne operaio sembra abbia commesso un omicidio simile in Ucraina, dove ha vissuto fino a sei anni fa. Anche in quel caso fu una rapina finita con il morto.

Addormentata e strangolata, gli ultimi istanti di vita di Anna Maria Burrini

Alle 19,50 circa, di martedì scorso la Sala Operativa della Questura di Siena è stata allertata dai Vigili del Fuoco e dai Sanitari del 118. Erano su un intervento in un’abitazione di Largo Sassetta 2, dove viveva l’anziana che non dava notizie di sé da ore.

Sul posto, gli agenti delle Volanti dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico, insieme agli operatori del 118, hanno constatato che il cadavere della signora Anna Maria Burrini, era riverso, in posizione supina, sul letto della propria camera. Con evidenti segni sotto il mento, chiaramente riconducibili ad uno strangolamento.

Non solo. La stanza si presentava totalmente a soqquadro e mancavano degli oggetti personali della donna.

A quel punto, appurato che era deceduta per morta violenta, previe intese col Magistrato di turno, sono stati attivati i poliziotti della Squadra Mobile della Questura di Siena e della Polizia Scientifica di Siena e di Firenze. Questi ultimi fatti appositamente giungere dal Gabinetto Regionale, insieme al medico legale nel frattempo contattato.

Subito dopo, sono stati sentiti dei testimoni e le indagini sono proseguite senza sosta fino alla tarda notte di ieri, 30 settembre.

Dall’attività investigativa è emerso che la signora, proprietaria dell’immobile al quarto piano della palazzina, da anni era solita affittare le camere da letto che compongono l’intero appartamento.

È stato proprio uno degli inquilini, insospettito dato che non aveva visto la donna da diverse ore, a dare l’allarme. Non riusciva neppure ad aprire la porta della sua camera da letto.

I familiari stessi, residenti fuori regione, da lui contattati lo avevano invitato ad entrare con la forza nella camera della signora, per verificarne le condizioni di salute.

Da lì la richiesta di intervento rivolta dal giovane ai Vigili del Fuoco.

Spesso la donna si era lamentata della sparizione di ingenti quantità di soldi

Dagli accertamenti è, altresì, emerso che la vittima, si era sfogata in passato con i parenti e anche con altre persone. Aveva raccontato di aver subito un furto ingente di denaro contante. E secondo lei a rubare era stata un’inquilina che, proprio per questo, era stata mandata via.

La capillare attività d’indagine, anche tecnica, con intercettazioni telefoniche e telematiche ha condotto gli investigatori verso tre persone, già note alla polizia per precedenti per reati contro il patrimonio, un uomo e una donna Ucraini, residenti in provincia di Siena, ed un uomo nato e residente nel capoluogo.

In particolare, lo straniero di 39 anni, controllato in strada dagli agenti prima di essere portato in Questura, è stato trovato in possesso di gioielli. Alcuni testimoni li avrebbero riconosciuti come di proprietà della vittima.

La connazionale 25enne, incalzata dalle domande degli investigatori, è caduta più volte in contraddizione, crollando, al termine dell’interrogatorio. Fino a confessare il suo coinvolgimento nella morte della Burrini, il cui esecutore materiale sarebbe, secondo quanto emerge dalle indagini, il 39enne.

L’uomo aveva tentato di addormentarla con un apposito siero, versato in un succo di frutta richiestole dalla vittima. Non era riuscito nell’intento e le avrebbe stretto un laccio da scarpa intorno al collo provocandole il soffocamento.

Il 23enne al momento risulta aver rivestito un ruolo più marginale nella commissione dei reati. È stato denunciato in stato di libertà.

Dopo il fermo i due sono stati condotti in carcere.

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