Tutti a scuola, suona la campanella in Valdelsa

Si torna a scuola in Valdelsa. Dopo due anni di restrizioni a causa del Covid 19, la scuola inizia all’insegna della normalità.

Si torna a scuola in Valdelsa. Dopo due anni di restrizioni a causa del Covid 19, la scuola inizia all’insegna della normalità.

Annarita Magini

 La nuova dirigente del Comprensivo 1 di Poggibonsi, la professoressa Annarita Magini afferma che «la scuola è pronta per ricominciare e per portare avanti le tante attività e i tanti progetti programmati. Questi anni ci hanno insegnato la pazienza, la perseveranza e la resilienza. «La scuola post-covid  è una scuola che ha migliorato moltissimo le competenze di tutti noi in ambito digitale ed informatico», prosegue la dirigente Magini. «La sfida per il prossimo futuro sarà riuscire a scegliere come e quando sfruttare queste competenze al fine di migliorare la didattica quotidiana e l’offerta formativa».

La scuola è pronta a partire, ma con la consapevolezza di aver vissuto tre anni di emergenza sanitaria. Il professor Gabriele Marini, dirigente dell’Istituto Roncalli di Poggibonsi, ricorda che «dobbiamo rimanere cauti, vigili e farci trovare pronti nel caso che la situazione si dovesse aggravare, anche se ovviamente speriamo di no».

A scuola senza mascherina, ma occorre cautela

«Alcune misure precauzionali – continua Marini – che avevamo utilizzato in emergenza rimarranno. Riproporremo, anche per evitare assembramenti, gli ingressi separati. Lasciamo come opzionale, non obbligatorio, il controllo della temperatura in ingresso visto che tra le misure è rimasta quella di non frequentare la scuola in presenza di temperatura superiore a 37,5°C».

Inoltre «manterremo la presenza in aula di depuratori d’aria che integrano l’apertura delle finestre nelle classi. In ogni caso, l’emergenza sanitaria non può essere l’unico nucleo in cui concentrare tutte le nostre energie organizzative. Il nostro obiettivo rimane quello di favorire il percorso formativo di studentesse e studenti attraverso progetti e percorsi formativi che possano favorirne il benessere e il protagonismo».

Gabriele Marini

«La nostra comunità scolastica – prosegue il dirigente Marini – ha reagito in maniera compatta a una situazione complessa. È riuscita a superare insieme anni particolarmente difficili. A rimodulare di volta in volta, ma portando sempre avanti un progetto educativo volto all’inclusione, al benessere, alla formazione a tutto tondo delle nostre studentesse e dei nostri studenti, futuri cittadini di questo Paese».

Riguardo alla Dad? «Si è rivelata, fin dal primo lockdown e poi durante il periodo della didattica mista, un modo per mantenere un legame con studentesse e studenti continuando nel percorso didattico intrapreso in presenza», afferma il professor Marini. «L’uso delle tecnologie informatiche in ogni caso è stata, è e sarà al centro della nostra proposta formativa».

Le regole per stare in classe

Salvo nuovi decreti del governo non ci sono obblighi di vaccinazione per il personale scolastico, nessun obbligo di indossare le mascherine, né obblighi sulla distanza di sicurezza di un metro.

Gli alunni positivi dovranno stare a casa fino a che non si saranno negativizzati, ma non potranno seguire le lezioni da remoto, infatti non sarà attivata la Dad. Il Ministero dell’Istruzione risponde in una FAQ: “La normativa speciale per il contesto scolastico legata al virus SARS-CoV-2, che consentiva tale modalità, cessa i propri effetti con la conclusione dell’anno scolastico 2021/2022“.

Le mascherine non sono obbligatorie ma “il personale a rischio di sviluppare forme severe di COVID-19 utilizza i dispositivi di protezione respiratoria del tipo FFP2 e i dispositivi per la protezione degli occhi forniti dalla scuola in base alle indicazioni del medico competente” ha specificato il MI nel Vademecum. “Anche il personale che ha la volontà di proteggersi con un DPI può usare un dispositivo di protezione respiratoria del tipo FFP2 e dispositivi per la protezione degli occhi”, si aggiunge.

Niente misurazione della febbre, ma niente scuola se superiore a 35°C

Non è  prevista la misurazione della febbre all’ingresso della scuola, ma non si può entrare o restare a scuola con temperatura corporea oltre i 37,5°C.  Non è poi consentito stare nell’edificio scolastico con sintomatologia compatibile con il Covid, tra i quali rientrano i sintomi respiratori acuti (tosse e/o raffreddore) con difficoltà respiratoria, il vomito, la diarrea, la perdita del gusto, la perdita dell’olfatto, la cefalea intensa.  Il Ministero precisa: “nei bambini la sola rinorrea (raffreddore) è condizione frequente e non può essere sempre motivo di non frequenza o allontanamento dalla scuola in assenza di febbre”.

Si può rientrare a scuola dopo il tampone negativo. Il test dovrà essere molecolare o antigenico. Per tutto il periodo in cui si è positivi si è tenuti a stare in isolamento.

I contatti stretti di casi positivi al Covid possono proseguire le lezioni in presenza utilizzando le mascherine di tipo FFP2 per 10 giorni. Se si presentano sintomi riconducibili al Covid, viene “raccomandata l’esecuzione immediata di un test antigenico o molecolare per la rilevazione di SARS-CoV-2 che in caso di risultato negativo va ripetuto, se ancora sono presenti sintomi, al quinto giorno successivo alla data dell’ultimo contatto” come previsto dalla circolare del Ministero della Salute del 30 marzo, tuttora valida.

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