Sono quattro gli indagati per la violenza sessuale subita da una turista canadese, di 35 anni, nella notte tra venerdì 29 e sabato 30 luglio, a conclusione di una cena avvenuta in un ristorante in piazza a Impruneta.
Due uomini sono finiti agli arresti domiciliari. Si tratta del titolare del ristorante, 34 anni, italiano di origine egiziana e di un suo amico albanese, 26 anni. È stato lui ad aver anche filmato la scena con un telefonino cellulare. Tre clip per 40 secondi in tutto, fatti poi girati su WhatsApp. Nei loro confronti ci sono le accuse di violenza sessuale e di diffusione illecita di immagini video sessualmente esplicite.
Poi ci sono anche altri due indagati. Anche questi, come gli altri, residenti in Chianti.
Il ristoratore e l’amico sono finiti agli arresti domiciliari martedì scorso quando i carabinieri del Nucleo operativo di Scandicci e della stazione di Impruneta hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare chiesta pm Beatrice Giunti; ordinanza accolta dal giudice Angelo Antonio Pezzuti.
Poi ci sono altri due indagati, a piede libero, anche questi come i primi due residenti in zona. Si tratta del cuoco del ristorante, egiziano, e di un altro albanese. Sembra marginale la posizione del cuoco egiziano che avrebbe assistito alla scena senza prendere parte alla violenza e senza filmare. Ma sapeva che quanto accadeva era un reato.
La violenza sulla donna, che ricorda poco di quanto ha subito ma ha ben presenti le facce di due violentatori, è andato avanti per quasi due nel seminterrato del ristorante. Quando si è rivolta ai Carabinieri, il 30 luglio, lo ha fatto perché era confusa e non riusciva a trovare la casa dove abitava. Poi perché le sono tornate alla mente scene di qualcosa di brutto che le era accaduto in quel locale. Anche se non si ricordava bene cosa. Adesso il mosaico inizia a prendere forma.
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