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Cena vietata se sei disabile: troppe barriere architettoniche e culturali

Cena vietata se sei disabile. Perché le barriere sono architettoniche, ma anche culturali e mentali. Abbiamo ricevuto una lettera dove

Cena vietata se sei disabile. Perché le barriere sono architettoniche, ma anche culturali e mentali. Abbiamo ricevuto una lettera da Alessandra Ticci che racconta le disavventure di due amiche che decidono di andare a cena al ristorante alla Mazzanta frazione di Rosignano Marittimo (Li). Una è disabile e un nuovo marciapiede troppo alto le impedisce l’accesso al ristorante.

Ieri sera sono andata a cena con un’amica del mare. E fin qui direte tutto ok. La mia amica ha dei problemi di mobilità dalla nascita, quindi per spostarsi qua al mare, usa una specie di motorino speciale, che le permette di avere una buona autonomia.

La mia amica è una ganza, che magari non potrà correre la maratona di New York, però ha una testa bellissima ed un’ironia diretta e meravigliosa, propria di chi ha due attributi di tutto rispetto, che se li è fatti venire per sopravvivenza alla mancanza di educazione dei più.

Disabilità, una parola che fa ancora paura

Prima di andare a cena spiazza: «ma sei sicura di venire da sola a cena con me»?

Ed io: «sì certamente, non capisco dove sia il problema».

E lei : «no perché ad alcune persone non piace farsi vedere con una come me».

La guardo in silenzio e mi metto a ridere. Non di lei ma della limitatezza di certe persone. Ed esorto con: «Se la gente ha dei problemi cavoli loro. Tira fuori il telefono vai e prenota dove ti pare»!

Prenotiamo un tavolo ad un ristorante vicino a dove eravamo a fare l’aperitivo. Arriva l’ora di andare a cena ed arrivate davanti all’ingresso ci accorgiamo che lei non può venire. Hanno rifatto i marciapiedi nuovi, l’alzata è più alta e con il suo motorino speciale non riesce ad accedere al ristorante.

Proviamo a trovare dei punti dove salire, ma c’è un mercatino, dove i furgoni coprono la maggior parte degli accessi al marciapiede. Faccio due passi per cercare un punto dove può salire e niente. 

Il primo è lontano anni luce e se anche sale da quella parte. Ci sono lampioni e cestini in mezzo all’intero percorso, quindi è impossibile per lei riuscire ad arrivare all’ingresso del ristorante.

Le barriere sono troppo spesso culturali

A quel punto trovare un altro posto per andare a cena era difficile, quindi cerchiamo di capire come fare. Per fortuna l’umanità esiste ed un signore molto gentile che stava finendo di montare il banco al mercatino, tira fuori due assi ed in questo modo la mia amica riesce a salire. 

Siamo finalmente andate a cena e ci siamo bevute un’ottima bottiglia di vino. Ma sono rimasta schifata. 

Schifata perché nel 2022 si fanno ancora i progetti e le infrastrutture senza valutare le barriere architettoniche. 

Schifata perché se una persona con una mobilità “diversa” vuole andare a cena fuori, per me ha il sacrosanto diritto di farlo e non è normale che debba sentirsi inadatta o limitata.

Schifata perché sono tutti ganzi con il culo degli altri e nessuno si mette mai nei panni di chi non ha le nostre stesse fortune. 

Marciapiedi troppo alti e percorsi a ostacoli

Dover fare polemica per le barriere architettoniche in un mondo che si dice così perbenista ed a favore delle diversità, mi fa davvero pena. Pena perché in troppi parlano, ma a nessuno poi, frega davvero qualcosa.

Schifata perché la disabilità, in ogni sua forma e sostanza, ha bisogno solo di alcune attenzioni, piccole fondamentalmente per i più, ma enormi per chi la vive.

Perché la “normalità” è relativa e la “diversità” è solo nella limitatezza di chi non la conosce, non la capisce e soprattutto di chi nemmeno prova a farlo.

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