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Divorzi, droga e gioco d’azzardo: gli effetti della pandemia a Siena e provincia

Per la pandemia cresce la richiesta di aiuto psicologico

La pandemia ha generato un aumento delle richieste da parte dei pazienti per il 74% degli psicologi di Siena, rispetto all’era pre-Covid. Nella provincia crescono anche i comportamenti a rischio, segnalati dal 55% dei professionisti locali.

Lo riporta un report stilato dall’Ordine degli psicologi della Toscana, prendendo in esame il periodo compreso tra il marzo 2020 e il febbraio 2022. A soffrire maggiormente di una diffusa condizione di malessere è stata in particolare la fascia degli adolescenti, mentre i disturbi più ricorrenti si chiamano ansia e depressione, seguiti a ruota da problematiche relazionali.

Maria Antonietta Gulino

«Un quadro tristemente composito – commenta la presidente dell’Ordine Maria Antonietta Gulino – che ci restituisce una fotografia dettagliata dello stato di salute psicologica dei toscani durante questi due anni di Covid. L’isolamento forzato e le restrizioni in certi casi hanno accentuato problematiche, contrasti e incognite preesistenti, mentre in altri hanno innescato nuovi timori e forme di disagio».

L’indagine è frutto di un questionario compilato da 1099 psicologhe e psicologi iscritti all’Ordine della Toscana e che svolgono attività clinica in tutte le province del territorio. I numeri che racconta risultano allarmanti non soltanto per l’aumento esponenziale di richieste, ma anche per la loro eterogeneità in termini di età e declinazioni differenti del malessere accusato. Nella zona di Siena sono stati intervistati 54 iscritti, campione rappresentativo di questa provincia, in linea con il numero degli iscritti all’Albo regionale.

La pandemia ha messo particolarmente a dura prova anche la vita di coppia, dal momento che il 41% degli psicologi dichiara una crescita dei casi di separazione e divorzio tra i propri assistiti. Oltre a questo, la provincia di Siena segna anche un preoccupante incremento dei comportamenti a rischio, come il ricorso a droghe e gioco d’azzardo o quello eccessivo all’alcol e al fumo: lo ha segnalato il 55% degli psicologi intervistati.

Nell’area sud est della Toscana, inoltre, la pandemia ha prodotto un forte aumento delle richieste per i bambini (segnalato dal 58% dei professionisti). Da parte degli anziani, nella stessa zona, si registra invece un incremento medio delle richieste per il 33% degli psicologi campionati. In questo caso le situazioni maggiormente ricorrenti sono state identificate in sintomi depressivi, stati ansiosi, problematiche relazionali, disturbi del sonno e fobie sociali.

Stando invece al dato regionale, la fascia che in Toscana ha subito maggiormente l’influsso negativo della pandemia è quella degli adolescenti, che fa segnare una crescita regionale delle richieste addirittura per l’81% dei professionisti campionati. Sintomi ansiosi, problemi relazionali, sintomi depressivi, autolesionismo e disturbi del comportamento alimentare sono le questioni rimaste sul tavolo, tutt’altro che agili da districare. In Toscana, la pandemia ha inoltre impattato negativamente sulle problematiche psicologiche esistenti, acuendole ed estendendole. Fra le diverse problematiche riscontrate, il 56,3% degli psicologi ha indicato la sintomatologia ansiosa, il 17,38% la sintomatologia depressiva e il 14% problemi relazionali. A seguire, circa il 5% riporta di fobie sociali e/o scolari e circa il 3% rileva situazioni di disturbo del comportamento alimentare.

Nella scala delle principali preoccupazioni riportate campeggiano la paura del futuro, indicata dal 40% degli psicologi, il timore dell’abbandono e della solitudine rilevata dal 26,9%, paura delle malattie e della morte dal 15,2%, paura per le relazioni extrafamiliari dall’8,8%, paura per i propri familiari dal 6,6% e paura di perdere il lavoro dal 2,1%.

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