Sporcarsi le mani. Non è un modo di dire, ma le mani vengono davvero sporcate nel percorso dell’installazione Lo Strappo – quello era il mio corpo bastardi, inaugurata ieri (17 febbraio) al teatro Politeama di Poggibonsi. Una mostra di immagini realizzate dalla fotografa poggibonsese Erika Rubino e realizzata con il contributo dell’associazione Aps Echoes di Firenze che pone il vistitatore di fronte alla violenza e apre alla riflessione interiore sui drammi umani.
Realizzato con il Patrocinio del Comune di Poggibonsi e ospitata nella sala Set del Teatro Politeama fino domenica (20 febbraio), il progetto mira a sensibilizzare ed avvicinare lo spettatore all’aspetto emotivo, proprio a partire dalla rappresentazione cruda, anche se metaforica, di un episodio di violenza avvenuto realmente su una bambina di 9 anni.
La mostra, che ha esordito lo scorso novembre a Firenze a Villa Bandini nell’ambito delle iniziative per la giornata internazionale contro la violenza sulle donne, è stata presentata dalla fotografa poggibonsese Erika Rubino, Costanza Mascilli Migliorini presidente di Aps Echoes, l’assessore alla Cultura del Comune di Poggibonsi Nicola Berti e il criminologo, psicopatologo clinico e forense, docente universitario, Silvio Ciappi.
«Sono contento di poter presenziare all’inaugurazione della installazione fotografica che la nostra concittadina Erika Rubino ci ha proposto in collaborazione con Aps Echoes e che come Comune abbiamo patrocinato. – commenta l’assessore Nicola Berti – Una mostra che affronta un tema forte, come quello della violenza, in maniera diretta e cruda. Purtroppo è un tema che continua ad essere attuale e su cui occorre non abbassare la guardia. Fare cultura include la sensibilizzazione al rispetto degli altri, a partire dal corpo dell’altro. Per questo è importante poterne parlare anche attraverso linguaggi artistici che toccano le corde più profonde della nostra emotività».
«Siamo veramente felici di mostrare “Lo Strappo” in una realtà come quella poggibonsese.- commentano Erika Rubino e gli artisti di Aps Echoes– è un progetto di estrema importanza per noi che consideriamo l’arte come un mezzo potente attraverso il quale è possibile sfiorare l’anima delle persone, tutte. Il progetto nasce dalla volontà di calarsi “nei panni di…” e sviluppare quell’empatia fondamentale alla comprensione, attraverso un approccio diretto, impattante, storto, crudo. Ci siamo interrogati sull’importanza di essere visti, sulla distanza nei confronti del mondo, che una violenza provoca. Grazie a chi ci ha messo la faccia e a quelli che ce la metteranno, per tutti coloro che non ce la possono mettere».
«L’installazione è importante per comprendere il ciclo della violenza e del trauma. – commenta il criminologo Silvio Ciappi – Ci aiuta a toccare con mano tutta l’essenza di una sofferenza».
Lo Strappo (The Strain) è un progetto di installazione fotografica che nasce dalla mente di Costanza Mascilli Migliorini (presidente di Aps Echoes) elaborato dall’artista e fotografa Erika Rubino. Al centro il racconto delle fasi e dei processi interiori ed esteriori dell’impatto che la violenza ha su una persona. Le foto sono una rappresentazione metaforica di una violenza che racconta la vera e propria testimonianza storica di un fatto realmente accaduto, rendendo la mostra terribilmente reale e autentica.
L’obiettivo è quello di sensibilizzare ed avvicinare lo spettatore al vissuto emotivo attraverso immagini crude, sgraziate, quasi documentaristiche che hanno come fine ultimo il racconto di una violenza. La particolarità del progetto sta nel “costringere” lo spettatore, attraverso un’esperienza visiva, uditiva e tattile, a calarsi “nei panni di…” catapultato in un loop di emozioni coinvolgenti e totalizzanti.
La mostra è a ingresso gratuito, per accedere sono necessari il Green pass rafforzato e la mascherina FFP2. La mostra sarà visitabile fino al 20 febbraio, in orario 11- 22. Per informazioni sulla mostra è possibile scrivere a echoes.segreteria@gmail.com.
Informazioni anche su www.politeama.info
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