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Restauro per il Crocifisso del maestro di San Lucchese

Il maestro di San Lucchese è un pittore del 1300 che

Restauro in atto per il Crocifisso conservato nel museo Giuliano Ghelli di San Casciano e attribuito a quello che viene chiamato maestro di San Lucchese, chiesa di Poggibonsi dove è stata trovata la maggior parte delle sue opere. Si tratta in realtà di un pittore senza nome seguace di Giotto, e il Crocifisso è una delle più antiche testimonianze di arte sacra medievale conservata a San Casciano.

 Si accendono, dunque, le lampade del laboratorio di restauro per l’imponente Croce dipinta di epoca medievale conservata nel Museo Giuliano Ghelli di San Casciano. Il maestro di San Lucchese, il misterioso seguace di Giotto, cui è attribuita l’opera, parte per il ‘viaggio della rinascita’, il percorso articolato che darà nuova vita ad una delle sue più affascinanti creazioni attraverso un progetto di restauro, studi e ricerche volti a valorizzare, tutelare e conoscere più approfonditamente la bellezza e le caratteristiche storicizzate del Crocifisso.

Questa mattina, alla presenza della coordinatrice del Sistema Museale Chianti Valdarno Nicoletta Matteuzzi, nonché direttrice del Museo Ghelli, della restauratrice Angela Matteuzzi e del responsabile dell’ufficio Cultura del Comune Leonardo Baldini, il dipinto, riferibile alla metà del 1300, è stato prelevato dalla sala del Museo Giuliano Ghelli, dove è custodito da molti anni, spazio che condivide con la Madonna col Bambino di Ambrogio Lorenzetti.

Grazie al team dell’impresa “Arternativa” il dipinto è stato condotto nel laboratorio fiorentino delle restauratrici Angela Matteuzzi e Lucia Cioppi che se ne prenderanno cura attuando un intervento di restauro conservativo, finanziato dalla Fondazione CR Firenze. Si tratta di una delle più antiche testimonianze artistiche che arricchiscono la collezione museale di San Casciano e che sarà sottoposta ad un restauro conservativo e integrativo, supportato dalle relative indagini diagnostiche.

Prima di essere esposta tra le sale del museo dal 1989, nella sezione arte sacra, il dipinto aveva la sua originaria collocazione nella pieve di San Giovanni in Sugana, nel territorio sancascianese. Il restauro, finanziato dalla Fondazione CR Firenze, nell’ambito del bando “Firenze Restaura”, è promosso in accordo con l’Arcidiocesi fiorentina e la soprintendenza APAB di Firenze e col sostegno del Sistema Museale del Chianti e Valdarno fiorentino, di cui San Casciano è comune capofila.

Ad occuparsi dell’intervento saranno le restauratrici de L’Atelier” di Firenze che opereranno non solo per assicurare la conservazione ottimale della superficie pittorica e del supporto ligneo, ma per valutare con maggiore consapevolezza le peculiarità storico-artistiche dell’opera attraverso un’attività complessa costituita da indagini diagnostiche tra cui radiografie, riflettografie, analisi del supporto e della pellicola pittorica, valutazione degli interventi non originali.

«Sarà l’occasione – commenta Nicoletta Matteuzzi – per approfondire uno dei maggiori maestri del periodo immediatamente post-giottesco a Firenze attraverso la conoscenza della sua principale opera superstite, l’intervento di restauro darà la possibilità di esplorare la tecnica impiegata e l’attività di una figura di cui la critica sottolinea costantemente il valore artistico ma che paradossalmente è stata oggetto di scarsi studi specifici».

«L’obiettivo è anche quello di destare l’attenzione degli addetti ai lavori e avvicinare il pubblico alle sue radici – aggiunge Nicoletta Matteuzzi – per rafforzare il legame che intercorre tra il territorio e la comunità».

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