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Sindaci, presidi e genitori in rivolta contro il Governo: la scuola non si può riaprire

Il personale scolastico, i Presidi, i genitori, i sindaci chiedono di rimandare le lezioni in presenza.

Dirigenti scolastici, insegnanti, ATA, sindaci e genitori sono in rivolta. Quasi 2mila presidi hanno firmato un appello rivolto a Draghi e Bianchi in cui chiedono di non rientrare a scuola il 10 gennaio e attivare la didattica a distanza fino al 31 gennaio.

Il virus nella sua ultima variante Omicron dilaga tra docenti, alunni e personale Ata. Ma il Governo non cede, Draghi ribadisce la necessità del ritorno in presenza. Lo stesso ministro Bianchi ha dichiarato che: ” Le nuove misure sono mirate a un ritorno nelle aule in presenza e in sicurezza. Nessun ripensamento”.

Nella petizione si prende atto ” del crescente aumento del numero dei contagi relativi alla nuova variante Omicron che colpisce le fasce più giovani della popolazioni con conseguenze talvolta anche gravi” quindi “poiché non è possibile garantire alcun distanziamento data la sottostimata capienza delle aule, in cui non esistono sistemi adeguati di ventilazione, purificazione, sanificazione dell’aria, la didattica a distanza potrebbe essere una valida alternativa.

Alla luce dei dati proiettati,  non sarà  cosa facile  garantire la tutela della salute e il rispetto delle norme di sicurezza.  A ciò si aggiunge  anche il fatto che il virus si diffonde per via aerea e che la classe favorisce meglio la diffusione del contagio. Riaprire le scuole in presenza significherebbe favorire un aumento  maggiore dei contagi. Si richiede, pertanto, l’attivazione della didattica a distanza almeno per due settimane. E’ nostro dovere garantire la tutela della salute e la sicurezza di migliaia di persone“.

Nella Marche, in Calabria, in Sicilia e in altri comuni d’Italia sono già state posticipate le lezioni al 10 gennaio. I presidenti delle regioni e i sindaci possono derogare alle attività in presenza, per specifiche aree del territorio o per singoli istituti, esclusivamente in zona rossa o arancione e in circostanze di eccezionale e straordinaria necessità dovuta all’insorgenza di focolai o al rischio estremamente elevato di diffusione del virus SARS-CoV-2 o di sue varianti nella popolazione scolastica.

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