Nel suo telefonino sono state trovate 8milla immagini e 460 video tutti riproducenti atti sessuali nei confronti di bambini in tenera età. Un uomo di 57 anni, camionista, della provincia di Pisa, è stato arrestato dopo che la polizia postale lo ha trovato in possesso di uno smartphone, ben nascosto all’interno del camion utilizzato per lavoro, con migliaia di file pedopornografici.
Il cinquantasettenne, recidivo per reati della stessa specie, è stato rinchiuso nel carcere di Pisa, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria competente
L’operazione che ha portato all’arresto del 57enne pisano da parte dagli specialisti della Polizia Postale di Firenze era partita a seguito di una segnalazione della polizia canadese, veicolata da Europol.
Sulla rete internet erano stati scaricati dal 2019 migliaia di file dai contenuti pedopornografici attraverso una nota applicazione di messaggistica istantanea che non richiede, per il suo funzionamento, l’inserimento di un numero telefonico ma solo nome utente e password.
Questa modalità favorisce purtroppo il proliferare di account anonimi o fake, soprattutto in un periodo di emergenza epidemiologica caratterizzato da un aumento esponenziale di crimini informatici legati alla pedopornografia online.
In questa operazione, la Polizia Postale di Firenze, attraverso le centinaia di informazioni fornite dalla segnalazione sono riusciti a rintracciare quattro utenti toscani, tutti coinvolti in condotte di divulgazione di materiale pedopornografico.
A seguito di specifiche tecniche di investigazione informatiche su fonti aperte (OSINT) e di ricerche contestuali su molteplici piattaforme (cross-platform) l’Autorità Giudiziaria fiorentina emetteva 4 provvedimenti di perquisizione su su persone residenti nelle province di Firenze, Grosseto, Lucca e Pisa.
L’analisi dei supporti informatici sequestrati, a seguito delle perquisizioni, ha permesso di rinvenire ingente quantità di immagini e video a carattere pedopornografico soprattutto nella disponibilità del cinquantasettenne pisano che in maniera compulsiva utilizzava, con sistemi di anonimizzazione, un social network ceco, poco noto.
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