
Treni cancellati, in ritardo, strapieni, fermi all’improvviso lungo la ferrovia. Sulla pagina #Facebook del Comitato Pendolari della Valdelsa è questo il racconto della quotidianità dei pendolari. Di chi il treno lo deve prendere per andare a lavorare o a scuola. E’ il racconto di un disagio quotidiano. Insopportabile.
Come quello che descrive Sabrina Rigatuso. «Il treno da Rifredi delle 17,16 nessuna notizia. Quello delle 17,22 per Empoli pieno strapieno, le persone erano accalcate uno sopra l’altro e essendo pieno non ci hanno fatto salire. Arrivati a Empoli, su quello delle 18,08 sempre siamo tutti appiccicati alla faccia del distanziamento e degli abbonamenti».
Saltano i distanziamenti, saltano le norme anticovid previste per il trasporto pubblico. «Per quale servizio paghiamo? – continua Rigatuso – Se si rompe un treno e succede spesso i questi giorni non capiamo come non riusciate a trovare una soluzione. Se c’è il treno rotto si presume sia la locomotrice rotta. Perché non avete preso le carrozze e attaccate al treno delle 17,16 da Santa Maria Novella».?
La protesta, la rabbia sono per i disagi e perché non c’è una spiegazione. «Ci lasciate sempre senza spiegazioni e senza darci in tempo reale informazioni. Ma che sistema è, ma che rispetto avete per noi pendolari? Siamo buoni solo a pagare l’abbonamento? Ma perché qualcuno di voi non viene qualche mattina con noi dal treno delle 5,30 fino al rientro la sera»?

I reclami non portano ad alcun risultato. «Continuiamo a inviarvi reclami mail telefonate alla Regione e le vostre risposte sono : abbiamo preso nota del suo reclamo. Sono mesi, anni che chiediamo soluzioni ed è sempre peggio tutti i giorni. Ci siamo stancati di chiedere più controlli con più personale, dei treni diretti da Siena a Firenze, specialmente il primo delle 5 del mattino».
Anche le reazioni degli altri pendolari sono sullo stesso tono. «Uno strazio infinito e vergognoso. È il caso di citare il sommo Poeta “lasciate ogni speranza o voi che entrate”, non a caso nel terzo canto dell’Inferno». E anche «Quando si finisce il turno per tornare a casa non si sa mai a che ora si arriva», per concludere «Le corse sono dimezzate, ritardi a non finire! Basta non ne possiamo più»!
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