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Liguria e Alto Adige pensano ad Lockdown per i non vaccinati

Bolzano e Genova pensano ad un lockdown selettivo per contenere l'aumento del contagio che si sta verificando negli ultimi giorni.

L’aumento di contagi dell’ultima settimana induce molti a prendere in considerazione misure più restrittive per i non vaccinati. Il coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico e presidente del Consiglio superiore di Sanità, Franco Locatelli aveva dichiarato “non praticabile in Italia” l’ipotesi di imporre un lockdown solo ai non vaccinati, come in Austria.

Intervistato da Lucia Annunziata, Locatelli, in relazione ad un lockdown selettivo ha affermato “La praticabilità, sia in termini concreti e operativi sia per quel che riguarda la compatibilità con i diritti costituzionali, è alquanto problematica, quindi non credo che sia una soluzione in questo momento proponibile nel nostro Paese. Ha magari un suo razionale medico, ma la misura non è considerabile”.

Florian Zerzer, direttore dell’Azienda sanitaria della Provincia di Bolzano, afferma che: “I dati non confortanti dell’Alto Adige sono la conseguenza di una copertura vaccinale non sufficiente. Fortunatamente all’aumento quotidiano dei positivi non corrisponde un incremento di ingressi in terapia intensiva. E questo grazie al vaccino che protegge non solo dalla malattia ma anche, e soprattutto, dalle conseguenze più gravi dell’infezione.

La Provincia di Bolzano guarda con molto interesse alla soluzione adottata a pochi chilometri di distanza, oltre il confine di Brennero: in Austria vige infatti un lockdown molto severo, ma solo per coloro che non hanno completato il ciclo vaccinale”.

Dello stesso pensiero Giovanni Toti, Presidente della Regione Liguria il quale si dichiara favorevole ad una differenziazione delle restrizioni tra vaccinati e non vaccinati. Toti è contrario a nuove chiusure che “farebbero danni gravissimi al Paese”, ma è favorevole alle misure “di contenimento” per i non vaccinati.

Al Corriere della Sera, il presidente della Regione Liguria constata che “Chi si è vaccinato, proteggendo se stesso e la sua famiglia, ha diritto di vivere una vita normale. Chi no, con il tampone potrà solo accedere ad attività essenziali alla sopravvivenza: potrà lavorare, fare acquisti indispensabili (alimentari, farmaceutici) ma non frequentare luoghi dove mette a rischio la propria salute e anche quella altrui”.

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