
Graduale riduzione dell’utilizzo del carbone fossile e più fondi per la transizione ecologica dei Paesi in via di sviluppo: questi i punti “chiave” dell’accordo. L’India ha chiesto di puntare alla “riduzione” e non alla “completa eliminazione” del carbone fossile quale fonte energetica.
L’accordo quindi c’è ma è stato raggiunto con un compromesso, l’India ha chiesto di sostituire nel testo la formula “phase-out”, cioè “eliminazione graduale” del carbone, inserendo l’espressione “phase-down”, cioè “riduzione graduale”.
Il presidente, il britannico Alok Sharma, parla di fragile vittoria e ha affermato “Abbiamo mantenuto 1,5 gradi a portata di mano, ma l’impulso è debole e sopravviverà solo se manterremo i nostri impegni”. Il Presidente delle Nazione Unite, Guterres ha confermato che “Il risultato di Cop26 è un compromesso che riflette gli interessi, le contraddizioni e lo stato della volontà politica nel mondo di oggi. È un passo importante, ma non basta. È ora di entrare in modalità di emergenza. La battaglia per il clima è la battaglia delle nostre vite e quella battaglia deve essere vinta”.
Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione Europea, in un comunicato dice “Abbiamo fatto progressi sui tre obiettivi che ci eravamo prefissati all’inizio della COP26... Ma non dobbiamo perdere tempo, abbiamo ancora un lavoro difficile davanti a noi”.
Johnson, in un twitter ringrazia i leader, i negoziatori e gli attivisti che hanno contribuito alla stesura del patto e il popolo di Glasgow che li ha accolti a braccia aperte.
Il ministro per la Transizione ecologica, Cingolani ha affermato che “Non è un compromesso annacquato, dovevamo portare a bordo tutto il mondo, più di 195 Paesi, con un accordo che doveva tenere la barra a 1,5 gradi il riscaldamento globale e non a 2: India e Cina hanno posto sostanzialmente un veto, hanno chiesto un alleggerimento di una condizione che, posso garantire, è abbastanza marginale, però questo ci ha consentito di averli a bordo nella Cop che adesso ha sancito le regole di trasparenza e implementazione per quello che faremo nei prossimi anni. Io non sono soddisfattissimo, però mi rendo conto che con queste dimensioni a questi livelli, purtroppo il compromesso è parte del mestiere. Qui non si tratta di tecnica, ma di diplomazia”.
Su Twitter l’attivista svedese Greta Thunberg ribadisce la sua posizione “La Cop26 è finita. Ecco un breve riassunto: Bla, bla, bla. Ma il vero lavoro continua fuori da questi saloni. E noi non ci arrenderemo mai, mai”.
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