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Commemorazione dei deportati ebrei dal binario 16 alla stazione di Firenze

Tra i deportati partiti da Firenze anche cittadini di Siena e della provincia

«Dobbiamo evitare ciò che abbiamo visto in alcune manifestazioni no green-pass dove è stato accostato il dramma disumano dei deportati alla “privazione di libertà” della gestione della pandemia. Questo è inaccettabile».

Lo ha detto Luca Milani, presidente del consiglio comunale di Firenze alla cerimonia di commemorazione che si tiene ogni anno al binario 16 della stazione di Santa Maria Novella da dove il 9 novembre 1943 partì il primo convoglio di deportati ebrei, con più di 300 persone, compreso bimbi e anziani, ammassate su alcuni vagoni di un treno diretto ad Auschwitz. Solo in 15 fecero ritorno.

«È un dovere istituzionale e civico venire al binario 16, ogni anno, per ricordare i fatti drammatici del passato. I temi della discriminazione e del razzismo, che in passato hanno portato a tragedie, non vanno dimenticate. Più si raccontano le nostre memorie e più si riuscirà a far crescere le giovani generazioni con principi saldi», ha continuato Milani.

Alla commemorazione erano presenti, oltre al presidente Luca Milani, il prefetto Valerio Valenti, il Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, il Presidente della Comunità ebraica Enrico Fink, il Rabbino Gadi Piperno, i sindaci della Città metropolitana con i Gonfaloni dei loro comuni, i rappresentanti delle associazioni ANED, ANPI, associazioni antifasciste e numerose altre Autorità Civili Militari e Religiose, oltre alle consigliere e consiglieri comunali Bundu, Dardano Innocenti e Palagi.

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