Niente accordo Governo sindacati sulle pensioni. Le rappresentanze dei lavoratori tutto vogliono fuorché tornare alla legge Fornero, mentre il premier Mario Draghi ha avviato un percorso proprio in quella direzione.
Draghi non ci sta ad ascoltare le richieste dei leader di Cgil, Cisl e Uil, Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri, e ieri sera alle 20 ha abbandonato la sede dell’incontro. Dunque, a 24 ore dal varo della manovra previsto domani in Consiglio dei Ministri.
Cgil, Cisl e Uil chiedono una riforma complessiva delle pensioni e non bastano le rassicurazioni sul percorso graduale di uscita da Quota 100 e neanche l’annuncio della proroga di un anno di Opzione donna e dell’Ape social, con estensione ad altre categorie di lavori gravosi. I sindacati vedono “luci e ombre”, ma sentenziano che l’incontro non è andato bene: non c’è accordo sulle pensioni ma anche sugli ammortizzatori sociali e sul taglio delle tasse, che temono sbilanciato in favore delle imprese.
Dopo il varo della legge di bilancio, i sindacati valuteranno le modalità di una “mobilitazione”.
I rapporti sono tesi con i sindacati e il braccio di ferro prosegue anche nella maggioranza. Si tratta sul meccanismo che sostituirà Quota 100, ma i partiti litigano pure su come usare gli 8 miliardi a disposizione per il taglio delle tasse.
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