
Il Consiglio dei ministri approva la delega della riforma fiscale, senza Lega che non ha partecipato alla riunione. Il Premier Mario Draghi precisa che “Il sistema a cui si mira non intende aumentare il gettito complessivo ma diminuirlo, perché oggi è fuori linea rispetto agli altri Paesi”.
Draghi puntualizza che l’ assenza della Lega al Cdm sulla delega fiscale “la spiegherà l’onorevole Salvini oggi o domani. Ma gli scambi avvenuti in cabina regia e nelle conversazioni avevano dato sufficienti elementi per valutare la legge delega”. Il premier spiega che “Nella legge delega c’è una riformulazione del catasto, si procederà quindi anche ad una revisione delle rendite catastali. L’impegno è che nessuno pagherà di più o di meno. Le rendite restano invariate, è un’operazione di trasparenza ma non cambia l’imposizione fiscale sulle case e sui terreni”.
“Non cambiamo le tasse – assicura Draghi – e per la riforma ci vorranno cinque anni”. “Una questione mi preme chiarire: nelle varie questioni della delega c’è anche riformulazione del catasto. Il governo si impegna ad accatastare tutto quello che oggi non è accatastato, terreni e abitazioni … si procederà anche a una revisione delle rendite, con riguardo di quelle che sono le rendite di mercato”.
Il Ministro dell’economia Daniele Franco ha ribadito che “La progressività del sistema fiscale deve restare” e che uno degli obiettivi della delega fiscale è il “contrasto all’evasione e all’elusione fiscale”. La riforma vuole “ridurre il cuneo fiscale sul lavoro che in Italia è relativamente elevato, per un lavoratore di reddito medio è di 5 punti superiore a quello della media europea”, ha detto il ministro dell’economia.
Dopo l’approvazione del Parlamento, il Governo avrà 18 mesi per attuare la delega fiscale emanando i decreti attuativi. Gli obietti sono la crescita dell’economia, attraverso l’aumento dell’efficienza della struttura delle imposte e la riduzione del carico fiscale sui fattori di produzione; la razionalizzazione esemplificazione del sistema tributario, preservandone la progressività, da attuarsi anche attraverso la riduzione degli adempimenti e l’eliminazione dei cosiddetti ‘micro-tributi’, la riduzione dell’evasione.
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