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IL GIORNO DELL’ORRORE

Vite distrutte: 11 settembre 2001

11 settembre 2001. Niente sarà più come prima. Il mondo sta a guardare attonito mentre la Torre nord del World Trade center brucia: 8:46 a Manhattan, 14:46 in Italia.

Un Boeing 767 dell’American Airlines, dirottato, con 76 passeggeri a bordo si è appena schiantato sul cuore economico mondiale. Un secondo Boeing 767, 17 minuti dopo, si schianta sulla Torre sud con 51 passeggeri a bordo. Ore9:37, un Boeing 757 precipita sulla facciata ovest del Pentagono.

Corpi disperati cadono dalle altezze impossibili delle Torri. Pochi minuti dopo un altro Boeing avrebbe dovuto abbattersi sul Campidoglio, la sede del Congresso americano, ma alcuni dei 33 passeggeri insorgono e l’aereo precipita in Pennsylvania. Usa sotto attacco, sicurezza mondiale in frantumi, mondo smarrito tra le fiamme e il fumo delle torri gemelle.

Sotto le macerie del World Trade center perdono la vita 2.606 persone, tra le lamiere e il fuoco degli aerei precipitati muoiono 246 passeggeri (inclusi gli equipaggi), 125 sono le vittime al Pentagono. Ancora, 343 i pompieri caduti durante le operazioni di salvataggio, altre centinaia si sono ammalati per le inalazioni di sostanze tossiche come amianto e diossina. Famiglie distrutte, figli senza più padri, madri senza figli, donne e uomini, di un normale martedì settembrino, salutano i propri familiari senza sapere che quello è il loro ultimo sguardo.

La follia crudele di pochi assassini contro la normale quotidianità di ignari cittadini. Non ci sono ragioni che possano giustificare lo sterminio di 2.977 persone, né politiche, né economiche, né religiose. Bin Laden e Al Qaeda accecati dalla furia vendicativa per il coinvolgimento dell’Occidente “contro i musulmani” si sono sostituiti al loro stesso Dio in nome della fatwa,  ossia del “dovere individuale di ogni musulmano”  di uccidere gli americani “in qualsiasi Paese in cui è possibile farlo”.

Un orrore senza fine

Intrecci politici, complotti e intrighi geo-economici   del passato e del presente palesano la scandalosa contraddizione di una evidente realtà:  i terroristi hanno torto ma l’Occidente non ha ragione.

Le ultime mosse militari statunitensi indicano quanto tutto cambia affinché niente cambi, l’Afghanistan resta un paese massacrato dagli orrori della guerra e deturpato dell’integralismo religioso. Come 20 anni fa. Come 40 anni fa. Usa e URSS si sono avvicendati in un gioco devastante e oscuro.

Ora, le profonde vasche di “Ground Zero” con la profusione continua di acqua ai bordi, ricordano i nomi delle persone uccise negli attentati mentre il 9/11 Memorial rende onore alle vite di quelle persone che vita non hanno più.

Il deflagrante boato degli aerei che si schiantano sulle torri, il frastuono funesto delle strutture che lentamente cedono, il tonfo infinito delle Twin Towers che implodono, l’ululare assordante delle sirene che si intrecciano alle urla di disperazione. Echi di rovine e di moniti che devastano ancora le nostre coscienze.

Poi il silenzio, preludio di una ricerca della verità mai trovata. Per tutte le persone che lì hanno lasciato la vita, non sia solo un anniversario. 

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